The Essential Harry Potter Film Music Collection

Cover Essential Harry Potter CollectionJohn Williams, Patrick Doyle, Nicholas Hooper
The Essential Harry Potter Film Music Collection (2007)
Silva Screen Records SILCD1251
31 brani – Durata CD 1: 59’51”; Durata CD 2: 52’23”



Le colonne sonore rieseguite di tutti i film tratti dai romanzi di Harry Potter usciti fino a oggi, riunite in due CD, per definire in poche parole questa meraviglia cinemusicale, opera di John Williams per le prime tre pellicole, Patrick Doyle e Nicholas Hooper, rispettivamente per il quarto e il quinto film. Si comincia con Harry Potter e la pietra filosofale, la prima delle avventure cinematografiche del giovane mago, un film che ci presenta un Harry Potter ancora bambino, alle prese con l’ingresso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e, soprattutto, con la prima delle infinite lotte contro il Signore Oscuro, Colui-che-non-deve-essere-nominato, Lord Voldemort. Il tema centrale di questo primo score, leitmotiv che resterà un punto fermo anche nelle pellicole successive, è “Hedwig’s Theme” (letteralmente “Tema di Edvige”, la civetta di Harry): una melodia semplice, ma straordinariamente pervasa di magia, poche note che riescono a essere al tempo stesso avvincenti, misteriose e inquietanti, ma senza incutere davvero paura. Note divenute oramai celeberrime, pressoché chiunque, ascoltandole, esclamerebbe “Ma questo è Harry Potter!”, e non solo, perchè non è raro imbattersi, sul tram o al supermercato, in cellulari con il “Tema di Edvige” come simpatica suoneria. E questo leitmotiv è ripreso per tutta la durata del film, anche se con notevoli variazioni a seconda delle situazioni e sicuramente anche qui risiede la bravura di Williams, che riesce a rendere le stesse note veloci, lente, intense, leggere, gotiche e giocose.
Anche nel secondo film, Harry Potter e la camera dei cegreti, ritroviamo la civetta Edvige e molti altri brani che rendono perfettamente i diversi momenti, quelli avventurosi, legati alla battaglia contro le Forze del Male, quelli giocosi, in cui Harry Potter ride e si diverte con gli amici di Hogwarts e quelli malinconici, riflessivi.
Un vero capolavoro è la colonna sonora del terzo volume della saga, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, in cui il protagonista, ormai adolescente, fa conoscenza con il suo padrino, Sirius Black, a torto, per colpa di un crudele inganno di Voldemort, creduto, per la quasi totalità del film (e, ovviamente, del romanzo di Joanne Kathleen Rowling) un pericoloso criminale. Si comincia con una corsa sul bus notturno magico, il Nottetempo, veloce, vivace, spericolatissima, resa alla perfezione da ritmi altrettanto concitati che fanno venire voglia di aggrapparsi a qualsiasi cosa capiti a tiro per non cadere. Anche chiudendo gli occhi, si capirebbe che quelle note fanno da sottofondo a una corsa ad altissima velocità. Ma il vero punto di forza del terzo score è “Double Trouble”, canzone intonata, meravigliosamente, dal coro degli allievi maghi e streghe di Hogwarts, una musica gotica, ammantata di mistero, con un testo tratto nientemeno che dal Macbeth di Shakespeare: la ricetta di una terrificante pozione magica che si conclude con la paurosa profezia “Something wicked this way comes”, qualcosa di sinistro sta per accadere. E sinistra è tutta l’atmosfera che Williams riesce a rendere grazie alla partitura.
Per il quarto film, Harry Potter e il calice di fuoco,  Williams è sostituito da Patrick Doyle, compositore delle partiture di molti film tratti dalle tragedie shakespeariane, da Hamlet a Molto rumore per nulla. Senza nulla togliere a questo valido musicista, la colonna sonora non ha la stessa incisività di quelle del predecessore: i ritmi non rendono altrettanto bene l’inquietudine della lotta contro Voldemort, piuttosto che il clima gotico di Hogwarts. Occorre ricordare che molte scene del quarto film riguardano il ballo ed è sicuramente difficile rendere misterioso un valzer, ma, se “Hedwig’s Theme” ormai è conosciuto da tutti, i brani del Calice di Fuoco sono rimasti abbastanza anonimi. Per concludere, nel quinto e, al momento, ultimo film, arriva Nicholas Hooper, già collaboratore del regista David Yates: senza raggiungere la perfezione di Williams, lo score è decisamente migliore di quello di Doyle, ricompaiono quei ritmi che danno la pelle d’oca e un pizzico di tachicardia e particolarmente riuscito è il “Tema di Dolores Umbridge”, odiosa e ipocrita insegnante di Difesa contro le Arti Oscure: il motivo torna ogni volta che il personaggio, interpretato magistralmente da Imelda Staunton, entra in scena, infatti basta udire quei petulanti suoni concitati per vederla che si aggira, di rosa vestita, per la Scuola di Magia.
Un doppio CD perfettamente riuscito, con l’egregia performance della City of Prague Philharmonic Orchestra, che difficilmente ci si stancherebbe di ascoltare. Non fosse stato per l’OST del quarto film, avrebbe meritato la lode.

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