Curse of the Werewolf and other film music

cover_curse_of_the_werewolf.jpgBenjamin Frankel
Curse of the Werewolf and other film music (L’implacabile condanna, 1961)
NAXOS 8.557850
25 brani - durata: 74’ 39”

Il londinese Benjamin Frenkel, violinista, pianista  e compositore molto prolifico ci stupisce con la sua musica stilisticamente ineccepibile e imperniata sulla ricerca dinamica, su evidenti contrasti piano/forte e diminuendo/crescendo.

The Curse of the Werewolf  apre  su archi tesi dalla drammaticità intensa, sulle percussioni concitate e i sussulti dei fiati. Arriva poi subito l’anticlimax di “The beggar”, spensierata parabola melodica, scherzo disincantato e sottilmente inquieto. A momenti timbrici rarefatti si contrappongono improvvisi climax sonori, in un equilibrio formale impeccabile. La parte del leone è riservata a percussioni cupe e belligeranti, in un dialogo serrato con le splendide tessiture melodiche degli archi. Momenti di quiete sono interrotti da improvvisi accelerando. Sporadici ma evidenti gli interventi solisti del clarinetto. “Baptism” è il brano più interessante, un impressionante vortice di ottoni e tamburi fra altalene dinamiche  e cadenze sospese di archi ansiosi. La “Pastorale” è una parentesi idillica e sognante che introduce la conversazione fra le stilettate degli archi e i roboanti tamburi di “A deadly transformation”, con eccellente crescendo in coda. Fra trombe, tromboni e archi acutissimi e sibilanti, la densità thrilling della colonna sonora sfocia in un “Finale” straordinario, che è una raffica serrata di percussioni, fra inserti di archi in fuga e urla maestose degli ottoni, in un ritmo sincopato e stirato.
Nel CD troviamo anche una suite dal film So long at the fair (Tragica incertezza, 1950), che mescola l’eclettismo barocco ed araldico ad atmosfere romantiche e ludiche. E che dire del “Love theme”, in volo su un pianoforte trasognato che si appoggia a bellissime armonie di sfondo o del preludio di “The Prisoner”, innestato su percussioni che mimano un affannato battito cardiaco ed ottoni gementi? Vere perle musicali. In un clima di tensione sempre presente completano il quadro il duello epico ottoni/percussioni in “Cardinal and interrogator” e la favolosa tavolozza timbrica di “Civil unrest”. Da non perdere.

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