Mio fratello è figlio unico

cover_mio_fratello_figlio_unico.jpgFranco Piersanti/AA.VV.
Mio fratello è figlio unico (2007)
Sony-BMG/RCA/EMI 88697096112
21 brani (7 canzoni e 14 di commento) – durata: 67’58”

 

Un altro grande colpo da maestro per Franco Piersanti con la colonna sonora del bel film di Daniele Luchetti, Mio fratello è figlio unico.

Data l’ambientazione anni ’60 e ‘70 della pellicola, con Riccardo Scamarcio ed Elio Germano protagonisti, la musica riprende atmosfere e suoni di quei periodi citandoli con la classe inconfondibile che solo il compositore romano possiede: ne è esempio l’incipit del brano “Accio” che subito si trasforma in un tango di estrazione popolare e che diviene il tema conduttore di tutto il CD. Un altro pezzo che rende interessante questa OST è “Questo e quello”, versione canora del tema principale di Piersanti interpretata dal leader della Piccola Orchestra Avion Travel, Beppe Servillo, con una performance da cantastorie in cui la chitarra di Fausto Mesolella la fa da padrone. Questa canzone torna, sempre col medesimo titolo, in una strepitosa veste polistrumentale per fisarmonica, sax contralto, batteria e vibrafono. Altra canzone da ascoltare con attenzione è “Una volta sola”, sempre interpretata da Servillo con sussurrata tensione, su un tappeto ascensionale dell’orchestra Digitalrecords, in cui primeggia la chitarra di Mesolella, la batteria di Enzo Restuccia e il violino di Lisa Green. Tornando ai brani strumentali, motivi drammatici si avvicendano a leitmotiv dalla forte intesità melodica, vedi “Manrico e Accio” (il tema dei due fratelli) dove ad un brioso inizio tipicamente anni ’60 si innesta una dolorosa melodia per archi e fisarmonica (il bravo solista Fabio Ceccarelli). In “La fabbrica” riaffiora il tema portante della pellicola con un finale intimista per chitarre soliste. “Ancora i ‘60” è un pezzo jazz canzonatorio per chitarra elettrica, batteria, sax, violino, fisarmonica e vibrafono, citazionista degli anni in cui crescono i due fratelli del film. “Scorribande” vede il leitmotiv conduttore divenire una marcia dapprima lenta con successivi sprazzi di crescendo qua e là. “Un rabbioso esilio” è la versione strumentale anni ’70 per chitarra elettrica solista (Adriano Martino) della canzone “Una volta sola”, nelle sonorità molto simile al sound atmosferico dei Pink Floyd. Chiudono in bellezza il CD quattro canzoni d’epoca: “Ma che freddo fa” di Nada, “Chariot (Sul mio carro)” di Betty Curtis, “Riderà (Fais-la rire)” di Little Tony e “Amore disperato” di Nada, proposto nella brillante versione del 1998 dei Nada Trio. Manca all’appello la canzone di Rino Gaetano che dà il titolo al film di Luchetti.

 

 

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