Gloria

Cover_GloriaBill Conti
Gloria (Gloria – Una notte d’estate, 1980)
Varèse Sarabande Cd Club – VCL 0706 1050
12 Brani - durata: 40’44”

La fortuna di John Cassavetes nel 1980, in uno dei momenti decisivi della sua iconoclastica carriera registica, fu quella di potersi aggiudicare uno dei compositori più brillanti della Nuova Hollywood. Contestualmente al delicato passaggio dall’underground cinematografico autonomo e liberatorio del suo voyeurismo filmico votato al realismo antiretorico, dall’orgogliosa indipendenza produttiva e dall’emarginazione volontaria dai canoni dell’establishment alla prima esperienza nei ranghi del mainstream, della concretezza narrativa e dei principi di “vendita” del lungometraggio, il filmaker affidò la salvaguardia della sua personalissima sensibilità musicale alle mani sicure di Bill Conti.

La fortuna fu che, ai tempi, Conti non si fosse affatto seduto sugli allori del successo tributatogli dalla saga pugilistica di Rocky ma che avesse continuato a redigere partiture di grandissima fibra, intelligenza e sagacia, evidenziandosi ad ogni lavoro tra i (pochi) musicisti cinematografici sopravvissuti con dignità artistica alla difficile stagione cine-musicale degli anni ’70 - definendone anzi alcuni degli stilemi più originali.
La fortuna degli ascoltatori odierni è che la Varèse Sarabande abbia iniziato una recente riconsiderazione discografica del musicista americano, riservandogli alcuni dei titoli più interessanti della collana Club ad edizione limitata, ultimo dei quali proprio Gloria-Una Notte d’Estate – offrendo finalmente l’ascolto autonomo di uno degli score “dimenticati” più meritevoli della prima metà degli anni ’80. L’alchimia tra i due autori sprizza incessantemente ad ogni pagina della densa colonna sonora al monumento attoriale concepito da Cassavetes per la compagna di vita e di cinema Gena Rowlands. Traccia dopo traccia, il tocco di Conti certifica quanto un’altra scelta sarebbe risultata sconveniente alle urgenze poetiche e stilistiche del regista di Shadows: il suo radicato interesse allo sguardo cittadino colto in pieno dalla voce contemporanea del compositore; la necessaria fermezza narrativa del primo progetto fiction puntualmente supportata da un minuzia orchestrale capace di una filigrana ormai rara; l’emotività coinvolgente evocata dalla storia dei due fuggiaschi (che Luc Besson deve aver tenuto ben presente nell’ideazione di Leon) inevitabilmente corroborata dal tratto malinconico e vespertino caratteristico di Conti, dei suoi ampi passaggi per corno francese; la facilità all’improvvisazione cassavetesiana compiaciuta dalle frequenti sfumature jazzistiche. Ogni registro dosato con straordinaria misura in un commento che pur senza abusare della latente predisposizione melodrammatica del girato non evita sferzate decise, indovinando innesti d’enfasi magistrali (su tutti, l’attacco ex abrupto dell’orchestra in “On The Run”, subito dopo il primo colpo esploso da Gloria di fronte al bambino). Il cuore dell’opera risiede però nello scambio culturale che Conti, riflettendo l’incontro su schermo dei due protagonisti, opera tra il marcato romanticismo della malvivente sulla strada del pentimento e le origini del piccolo portoricano suo malgrado affidatole, mischiando in un turbinio di tangibile passionalità il romanticismo esasperato del sax di Tony Ortega al sanguigno colore chitarristico di Tommy Tedesco, immerso in pagine rifulgenti di tradizione sinfonica spagnola. I due solisti, sotto la direzione del compositore (che nelle poche esplosioni action – “Chase #1” e “Chase #2” – propone incredibili analogie ritmiche con il Jerry Goldsmith dei futuri Rambo), guadagnarono giustamente menzione speciale nei titoli. Anche grazie alla loro partecipe performance, il lacerante tema principale steso da Conti (“Main Title”) si colloca nell’alveo delle ballate disincantante dei western più crepuscolari della storia del cinema. Senza dubbio dei più moderni e metropolitani.
La fortuna, infine, per tutti gli estimatori di Bill Conti, come per ogni adepto di una musica cinematografica non più all’ordine del giorno, sarebbe quella di aggiudicarsi una delle 2000 copie di questa autentica gemma senza tempo.

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