Stargate

Cover StargateDavid Arnold
Stargate – The Deluxe Edition (id., 1994)
Varèse Sarabande 302 066 743 2
37 brani – Durata: 72'45"

All'inizio degli anni '90 la musica da film hollywoodiana viveva un particolare periodo di mutamento. Erano gli anni in cui il sinfonismo turgido riportato in auge da John Williams alla fine degli anni '70 stava nuovamente vivendo una fase di cambiamento; erano gli anni in cui gli odierni autori numeri uno (Danny Elfman, Hans Zimmer, Thomas Newman) conquistavano i loro primi traguardi e onorificenze.

Era anche il periodo in cui il grande cinema spettacolare hollywoodiano stava cominciando ad evolversi (o involversi, a seconda dei punti di vista) nella gigantesca macchina produttrice di franchise e “film-evento” che è oggi (Jurassic Park docet). In tal senso, va sottolineato che il genere fantastico-fantascientifico che vede in Star Wars il proprio nume tutelare era, in quegli anni, piuttosto latitante. Stargate, prodotto e diretto da Roland Emmerich e Dean Devlin (futuri autori di mega-blockbuster come Independence Day e Godzilla) fu un successo a sorpresa: realizzato e prodotto senza grandi clamori pubblicitari, il film non vantava grandi star nel proprio cast, ma puntava tutto sullo spielberghiano sense of wonder del quale ancora il grande pubblico non era evidentemente sazio. La massa degli appassionati di sci-fi/fantasy rispose con entusiasmo al fumettone di Emmerich, una pellicola che mescolava senza troppo pudore numerose citazioni spielberghiane-lucasiane ad echi del cinema kolossal degli anni '60.

Quando arrivò il momento di scegliere il compositore della colonna sonora, Emmerich e Devlin pensarono subito in grande: a loro detta, il film poteva essere musicato solamente da John Williams. Probabilmente sia per questioni di budget che per mancata disponibilità dell'autore (che in quegli anni preferì allontanarsi dal cinema di questo genere), il duo dovette rinunciare all'idea e dunque la scelta cadde infine su un nome allora pressoché sconosciuto: David Arnold. Il compositore inglese aveva al suo attivo solamente un film ed era allora impiegato soprattutto come arrangiatore e produttore sulla scena musicale londinese per artisti come Bjork. Fu dunque una sorpresa vederlo all'opera come autore di uno score “gransinfonico” di questo genere. Il successo del film e il felice risultato della colonna sonora lo portarono immediatamente nel novero dei “nuovi talenti” della scena cinemusicale hollywoodiana.

Dopo che Stargate uscì nelle sale, il nome di John Williams fu menzionato spesso quando si trattò di giudicare il lavoro di Arnold. Tuttavia, come lui stesso specifica nelle note di copertina di questa nuova edizione deluxe dello score, il compositore spielberghiano è solamente una delle influenze che campeggiano nella partitura. Arnold sembra infatti cogliere e trarre ispirazione soprattutto dal coté esotico e avventuroso del film per produrre una grande tela sul quale abbattere una tavolozza di variopinti colori orchestrali che richiamano soprattutto il sinfonismo dei kolossal come Lawrence d'Arabia e I dieci comandamenti e l'esuberante senso guascone anni '30/'40 degli score di Korngold e Steiner. L'idea tematica portante della partitura (“Stargate Overture”) è una ampia melodia che si apre in tutta la sua potenza nell'intero organico orchestrale: l'ispirazione al Maurice Jarre di Lawrence d'Arabia, soprattutto nella progressione armonica e nel cromatismo della linea melodica, è più evidente (anche se in realtà il tema discende quasi letteralmente dalla “Tallis Fantasia” di Ralph Vaughan Williams), ma l'approccio di Arnold è sincero e avvincente. Tutto lo score è un susseguirsi di pagine che alternano l'esotismo sinfonico di cui sopra (“Giza, 1928”, “Caravan to Nagada”, “The Eye of Ra”, “King of the Slaves”), momenti d'azione al calor bianco (“Mastadge Drag”, “Battle at the Pyramid”, “Kasuf Returns”) e lo stile sci-fi/fantasy alla Williams/Horner degli anni '80 (“Translation and Orion”, “The Stargate Opens”, “Entering the Stargate”). In tutti i casi, il compositore fa scendere in campo enormi risorse strumentali squadernate in tutta la loro potenza, messe ancora più in risalto dalle scintillanti orchestrazioni di Nicholas Dodd, che dirige anche con piglio energico l'eccezionale Sinfonia of London Orchestra e il Chameleon Arts Chorus. Forse più che in altri casi, infatti, l'apporto dell'orchestratore è stato senza dubbio fondamentale nella piena riuscita di questa colonna sonora, come si può dedurre dal rigoglioso sfavillio di molte pagine (“Going Home”, “Closing Titles”) e dal lavoro di cesello operato sulla parte timbrica della partitura (“Wild Abduction”, “Daniel and Shauri”, “Daniel's Mastadge”).

Negli anni successivi, David Arnold ha mostrato di essere un compositore anche più sfaccettato e sensibile (basti ascoltare al suo “rifondamento” del Bond Sound negli ultimi film della serie di 007) ed ha affinato parecchio la sua mano talvolta un po' pesante, tuttavia la partitura di Stargate – seppur derivativa e ostinatamente, sfacciatamente retrò – rimane forse uno dei suoi risultati migliori e più entusiasmanti. Questa nuova edizione pubblicata da Varèse Sarabande - in cui sono presenti una decina di minuti inediti rispetto all'album originale – ne è la conferma.

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