King Lear

Cover King LearDimitri Schostakowitsch
King Lear (Korol Lir, 1970)
27 brani – durata: 53’ 59’’
Melena Zaremba, Mezzosoprano
Stanislaw Suleimanow, Basso
Rundfunkchor Berlin
Rundfunk Symphonie Orchestre Berlin
Dir. Michail Jurowski
CD Capriccio 10397

Al regista Grigori Kozintzev – con cui nel 1929 aveva iniziato la sua avventura nel cinema - è legato il destino dell’ultima colonna sonora composta da Dimitri Schostakowitsch.
Caro Dimitri Dimitrevich Schostakowitsch, con intervalli regolari, a volte di 5 a volte di 7 anni, mi rivolgo a lei con la stessa richiesta: la composizione di una colonna sonora. Questa volta si tratterebbe del King Lear”.

Così scrive il regista  nel 1968, da sempre affascinato dal mondo shakespeariano, che già  ha realizzato per lo schermo nel 1961 un’avvincente Hamlet (Gamlet, Lenfilm) con  lo stesso Schostakowitsch prezioso partner musicale e con Innocenti Smotkunovski e Anastasja Vertinskaja grandi attori protagonisti.
Il soggetto affascina anche il compositore che aderisce senza esitazione all’invito.
D’altra parte i due dopo anni di intensa collaborazione viaggiano sull’onda di una comune  sensibilità e visione artistica e procedono nel lavoro con una comprensione reciproca basata forse più sull’intuito che non sulle parole.
Il regista, sulla base delle laceranti esperienze vissute durante gli anni delle stalinismo e della seconda guerra mondiale, vede nella figura del King Lear non tanto la tragedia di un singolo, di un re vagabondo nel dolore di una terra dilaniata da lotte fratricide per la conquista del regno, quanto il dramma storico di un popolo senza guida e quello più vasto di un uomo parte dell’umanità sofferente.
King Lear è un film sul valore, sul senso della vita e sulla ricerca della verità che illumina l’uomo nel momento in cui viene scosso dalla propria coscienza: il re ottantenne nel suo destino di peregrino eremita turbato nel senno, riconosce nella sofferenza la misura di ogni cosa e comprende la malvagità del mondo in cui è vissuto.
Il grande attore estone Yuri Yarvet – indimenticato interprete del Dr. Snaut nel Solaris di Tarkovskij – raggiunge nel ruolo del re Lear una potenza espressiva travolgente che evoca quella di Klaus Kinski nell’ Aquirre di Werner Herzog mentre l’operatore Jonas Gritsus costruisce delle immagini memorabili per quella che non è azzardato definire una delle maggiori realizzazioni cinematografiche di tutti i tempi.
Scrive il regista a Schostakowitsch: “…il nostro sforzo è rivolto a rappresentare sullo schermo follia, disordine e distruzione. La musica che mi piacerebbe avere dovrebbe essere più legata al dolore immenso dell’umanità che non alla cieca violenza distruttrice…”.
Schostakovitsch ha già composto tranta anni prima le musiche di scena per la produzione teatrale firmata dallo stesso Kozintzev per il Teatro d’Arte Drammatica a San Pietrogurgo.
Le musiche di scena evidenziano un carattere più drammatico e ricco di contrasti mentre nella colonna sonora prevalgono toni meditativi, dolorosi e austeri che entrano in perfetta sintonia con la forza visionaria delle immagini del film.
Ambedue i lavori evocano peraltro in modo evidente il liguaggio di alcune grandi partiture sinfoniche del compositore russo.
Il motivo della prima sequenza del Castello di Lear ("Schloss Lear" – brano 17) introdotto in pizzicato dagli archi, su cui si inseriscono flauto e clarinetto, richiama l’ultimo movimento della XV. sinfonia e trasmette un doloroso senso di tragica inevitabilità del destino storico e umano.
L’intensità drammatica che caratterizza il Preludio ("Vorspiel" – brano 2) così come L’Approssimarsi della tempesta di neve ("Annaehrung des Schneesturmes" – brano 9), La steppa ("Steppenszene" –brano 10) e L’accampamento ("Lager" – brano 12) richiamano i potenti accordi orchestrali della IV, VIII e XI  sinfonia mentre nella Tempesta ("Sturm" – brano 24) l’inserimento del flauto nello sfondo dei gravi e dolorosi accordi intonati dagli archi trasporta in una straordinaria atmosfera di Endzeitstimmung .
Suggestivo e avvincente l’intervento corale nell’Acqua ("Wasser" – brano 23) che impegna  il magnifico Rundfunkchor di Berlino in una superba prestazione.
Nel suo ultimo e indimenticabile concerto come direttore stabile dei Berliner Philharmoniker il maestro Claudio Abbado aveva messo in programma  proprio le musiche di Schostakowitsch per il King Lear di Kozintzev con la contemporanea proiezione di un ampia selezione di sequenze del film, optando per una selezione di brani tratti sia dalle musiche di scena che dalla colonna sonora, con un risultato fortemente suggestivo.
Pur rimanendo il ricordo di quella serata – il  26 aprile 2002 – assolutamente indelebile, non possiamo non sottolineare la qualità delle esecuzioni della presente registrazione CD della Capriccio.
Sotto la guida esperta e sicura del Maestro Michail Jurowski, il Rundfunk Symphonie Orchestre di Berlino offre una prestazione maiuscola in termini di intensità espressiva, potenza e trasparenza sonora per un’ interpretazione rivolta a sottolineare il dramma, il dolore e la poesia del capolavoro shaekespeariano che il compositore russo riesce a trasmettere attraverso la sua musica fortemente evocativa.

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