Masters of the Universe

Cover Masters of the UniverseBill Conti
I Dominatori dell'Universo (Masters of the Universe, 1987)
La-La Land Records LLLCD 1071
CD 1: 18 brani - durata: 59'10"
CD 2: 16 brani - durata: 60'15"

1987: quell'anno rappresentò una delle tappe più importanti nella storia delle colonne sonore.
L'anno in cui Alan Silvestri componeva Predator, John Williams Le Streghe di Eastwick e L'impero del sole, Jerry Goldsmith Lionheart e Salto nel buio, George Fenton 84 Charing Cross Road, Richard Robbins Maurice, James Horner In fuga dal futuro - Project X, Michael Kamen Die Hard, Harold Faltermeyer L'implacabile e in cui Bill Conti componeva… Masters of the Universe - I Dominatori dell'Universo.

Bill Conti, compositore di grande talento, eccellente arrangiatore, ottimo direttore d'orchestra, autore delle indimenticabili musiche scritte per Rocky, che con la sua "Gonna Fly Now" ha segnato un'epoca, delle magnifiche note composte per Fuga per la vittoria, 007 Solo per i tuoi occhi o Karate Kid regala al mondo delle colonne sonore una partitura che ha segnato in modo indelebile i cuori degli appassionati.
In un periodo in cui l'elettronica comincia a prendere il sopravvento, i synth e molte altre novità s'impongono in questo campo musicale, Conti decide di portare avanti la scuola classica, scrivendo pagine musicali completamente sinfoniche, di ampio respiro, magnificamente interpretate da una Graunke  Orchestra Of Munich decisamente in piena forma.
Il bravo compositore, seguendo le orme del Maestro John Williams, si cimenta nella composizione di una OST dal grande gusto eroico, fantasy e molto avventuroso, prediligendo, come suo solito, la presenza decisa e massiccia della sezione di ottoni.
Masters Of The Universe è una partitura vigorosa, prorompente che spesso (forse anche troppo spesso) strizza l'occhiolino a Star Wars di John Williams, regalando pagine che ricordano i temi composti dall'indimenticabile autore per la saga di George Lucas.
Nonostante queste similitudini, che Conti accusa anche visivamente, a causa di una somiglianza notevole tra i costumi che hanno reso famoso Guerre Stellari e diversi personaggi de I Dominatori Dell'Universo, il compositore non ci risparmia una moltitudine di temi, commenti, passaggi e ricercatezze timbriche di pregevole fattura.
L'opera, così come è stata composta, è un blocco monolitico inscindibile, della quale si può apprezzare l'essenza solo attraverso l'ascolto completo e indisturbato, per carpirne i particolari, gli incastri minuziosi tra le varie sezioni dell'orchestra, per cogliere quei dettagli che solo l'orecchio attento e, bisogna ammetterlo, anche esperto, può captare.
Fin dal primo momento, grazie ad un "Main Title/It's All Mine" dal carattere forte e deciso, si può ascoltare quello che è il carattere predominante dell'intera composizione, vale a dire un lavoro massiccio, muscoloso, estremamente fantasy, molto spaziale, eroico, e perché no, molto avventuroso. Il tema principale, che come accennavo poco fa strizza l'occhiolino a Star Wars, è solo un'introduzione, che cede presto il passo a momenti musicali dal grande carattere potente e marziale. Vanno carpiti di questi passaggi i dettagli più impercettibili, a partire da un timido xilofono che con una scala rapidissima rafforza la sezione di trombe che sfocia poi nella marcia che, sul film, accompagna l'entrata in scena di Skeletor. E' un momento musicale di pochi istanti, quello che descrivo, ma rappresenta in quei secondi una cura del dettaglio che oggi, in tutta franchezza, possiamo solo sognare durante l'ascolto dei lavori ad opera delle nuove generazioni di compositori.
Bill Conti si preoccupa di creare un'atmosfera forte, cupa, vigorosa ma brillante e avventurosa al tempo stesso, delineando momenti di grande azione, come "Battle In Greyskull" o "Battle At The Gym", quest'ultima caratterizzata da un tema, che diverrà ricorrente nel corso della partitura, esposto da una sezione di ottoni molto cupa e massiccia. Notevole l'utilizzo dei rullanti nelle marce, in particolar modo in "Kevin's Plight", degno dei migliori momenti del compositore nei suoi lavori passati per Fuga per la vittoria o Karate Kid. Grande importanza viene invece data alla sezione d'archi e dei piatti in "It's Them!/ Centurion Attack", fornendo il giusto incipit prima di aprire il campo musicale con una vigorosa sezione di corni e violoncelli. Da notare la pulizia dell'orchestrazione. Conti infatti si distingue in questo, attraverso un utilizzo puntuale, minuzioso, con una ricerca timbrica notevole, atta a ricreare momenti esposti dalle trombe con grande pulizia e naturalezza, operazione spesso molto complessa, perché si tratta di uno strumento, anzi di una intera sezione, che può facilmente generare dissonanze o momenti non particolarmente orecchiabili. Altro incredibile utilizzo è quello delle incudini e delle percussioni metalliche, atte a rafforzare, cadenzare, talvolta anche sincopare le ritmiche, il tutto sempre gestito con grande professionalità e maestria, tutto ciò facilmente ascoltabile nella seconda parte di "It's Them!/Centurion Attack". Altro elemento notevolmente utilizzato dal bravo musicista è il pianoforte, ed in questa partitura, sebbene con rilevanza contenuta, lo strumento è presente nei momenti di maggiore azione e tensione, grazie ad una presenza di note singole che aiutano la creazione di un'atmosfera ad alta tensione, suonate nelle ottave più basse. La composizione presenta anche momenti di grande sinfonismo romantico e drammatico, talvolta anche ricco di speranza, "Julie Sees Mom/Julie Takes Key", che tra l'altro sfocia poi in un momento musicale molto drammatico e marziale, un nuovo e seducente tema, con un'ottima presenza di archi, rullanti e timpani, che accompagnano delle sporadiche entrate di tromba dosate in modo attento e preciso.
Molti sono i momenti musicali degni di nota, dal tema crescente di "Skeletor Arrives/After Them", dal gusto molto fantasy ed eroico, alla particolare, forse unica nota progressiva della partitura, ovvero "Cosmic Key Music", al magnifico tema andante, sinfonico e di ampio respiro esposto in "Time To Go". Masters Of The Universe è essenzialmente una partitura che ha segnato, vuoi per passione, vuoi per bellezza, vuoi per mero affetto, il sottoscritto e una grande fetta degli appassionati del genere in tutto il mondo. Bill Conti si è cimentato nella scrittura di un'opera altamente fruibile, in cui spiccano alcuni tra i temi più orecchiabili e seducenti mai composti dal bravo artista. Magistrale è la gestione dell'orchestra, ed incredibile la capacità di enfatizzare, rafforzare, arricchire e puntualizzare le presenze dei singoli strumenti, dalle grandi sezioni di archi e ottoni agli strumenti singoli come xilofoni, pianoforte, timpani e piatti. L'impostazione marziale della composizione enfatizza il carattere della pellicola, alla quale è indubbiamente superiore, e la larga presenza di campanellini, trilli ecc… nei temi andanti o nelle marce più brillanti regala all'intera opera un gusto molto lucente, dai toni accesi e tendenti al bianco delle stelle o al blu dell'universo. Una colonna sonora debitrice, indubbiamente, come già detto a Star Wars di John Williams, che però a sua volta è debitore nei confronti di Erich Wolfgang Korngold e il suo King's Row. L'ascolto è esperienza, è bagaglio culturale, e il debito nei confronti di un altro artista non è mai negativo se punto di partenza, spunto, o perché no, ispirazione per un lavoro di tale, pregevole, fattura. Ad oggi, nonostante siano passati anni ed anni, riesco ancora ad emozionarmi durante l'ascolto di alcuni passaggi di questa partitura, e a provare una grande ammirazione nei confronti dell'autore e della sua maestria nel gestire anche i più piccoli dei particolari, in particolare questo utilizzo estremo e pulito delle trombe, riuscendo a farle suonare in modo impeccabile.
L'edizione in LP, MC e CD di questa partitura è una delle (tante, troppe) storie o, per meglio dire, leggende che si accumulano nelle chiacchiere degli appassionati del settore.
In principio la composizione venne stampata su LP dalla prestigiosa Varèse Sarabande, che offriva una scelta di 11 brani, per la durata complessiva di 42 minuti, piuttosto generosa visto lo standard dell'epoca (parliamo di 25 - 30 minuti per album). Purtroppo gli appassionati accusarono la mancanza di alcuni tra i momenti musicali più interessanti e seducenti, come la battaglia nella palestra e altro ancora. Nel 1992 quindi, dopo la ristampa in CD della Varèse con la medesima tracklist dell'LP, la Silva Screen produsse una edizione estesa, che conteneva ben 16 brani per una durata complessiva di 1 ora e 9 minuti di musica, inclusi momenti come, per l'appunto, "Battle At The Gym". Questa edizione, come anche la precedente della Varèse, andò a ruba, e quindi fuori catalogo in pochissimo tempo. Per anni entrambe le edizioni sono state oggetto di ricerca, compravendita e, perché no, speculazione da parte di chi ne possedeva una o più copie, raggiungendo prezzi esorbitanti. Il sottoscritto stesso ha tentato più volte di aggiudicarsi l'edizione della Silva Screen (l'altra non la prendevo in considerazione per l'assenza di alcuni momenti estremamente belli), ma senza troppo successo.
Nel mese di luglio di quest'anno la La La Land Records, etichetta molto giovane specializzata nel settore, ha annunciato la ristampa, in edizione completa e integrale, della partitura di Bill Conti, con tanto di ulteriori brani inediti nelle due precedenti versioni. L'edizione è limitata a 3000 copie, ed infatti è andata letteralmente a ruba.
L'edizione della La La Land Records offre un album a 2 CD contenente la partitura integrale di Masters Of The Universe, più, vista la disponibilità di spazio nel secondo disco, l'edizione originale della Varèse Sarabande. Questo extra è piuttosto inutile se vogliamo, ma considerato che si tratta di spazio "in eccesso" è stata piacevolmente accolta, anche come "completezza" dal punto di vista collezionistico.
Concludendo posso dire che ci troviamo davanti ad una partitura eccellente, sotto ogni profilo, ed un prodotto confezionato in modo assolutamente impeccabile. Il libretto offre molte informazioni e immagini, decisamente curiose per gli appassionati.
Parlando ancora un momento della colonna sonora, posso dire che si tratta di un lavoro che supera di gran lunga la qualità della pellicola, ispirata a He-Man e i Dominatori dell'Universo, cartone animato fantasy degli anni '80 che ha segnato un'epoca, grazie ai numerosi personaggi e alla storia indubbiamente originale ed interessante.
Il film, interpretato da Dolph Lundgren (Rocky IV) e Frank Langella (Dracula), ha notevoli pregi ma anche numerosissime pecche, tra cui una sceneggiatura un po' troppo banale, un'offerta di effetti speciali sicuramente buoni ma non eccelsi ed una qualità interpretativa discutibile. Molto belli i costumi invece, in particolar modo nelle sequenze d'apertura della pellicola, indubbiamente ispirati a quelli indossati dalle guardie imperiali in Star Wars.

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