House of Frankenstein
Hans J. Salter/Paul Dessau
Al di là del mistero (House of Frankenstein, 1944)
Naxos 8570188
35 brani - Durata: 55’25”
Un’ottima colonna sonora per un plot horror in cui uno scienziato pazzo ed un gobbo scappano di prigione ed incontrano Dracula, l’Uomo Lupo e Frankenstein.
La sezione ottoni del "Main Title" evidenzia una impostazione epica del tono del lavoro.
"Lighting Strikes" sussurra sommessa fraseggi di organo per poi confluire in un roboante finale di ottoni, preludio della più descrittiva "Gruesome Twosome Escape".
Interessante il climax sonoro ascendente accumulato dagli archi di "Strangulation", un brano di trenta secondi che risulta esemplare per accumulazione linguistica, là dove pochi archi diventano gradualmente un esercito di voci.
Il fraseggio degli oboi si alterna al movimento vivace degli archi in "Off To Vasaria", mentre l’impostazione tonale si traforma in dissonanze atonali in "Chamber of Horrors", brano in cui i compositori hanno scelto un registro linguistico perfettamente in linea con il titolo.
"Dracula Restored" e "Dracula’s Ring" presentano una variazione del medesimo leitmotiv, dapprima affidato agli ottoni e poi agli archi, in un binomio innestato sulla ricerca di un’atmosfera cupa e sinistra.
"The Burgomaster Murdered" è un pezzo concepito come una narrazione e la densità strumentale esplica tutte le sue potenzialità: il racconto parte sulle brevi insinuazioni degli archi, sullo sfondo ombreggiano cupi gli ottoni e poi all’improvviso ecco il trasalire degli archi.
"Rendezvous with Dracula" descrive un incontro con il mostro non proprio tranquillo, se ascoltiamo bene i fraseggi finali degli archi.
Sempre agli archi è affidato "The World Beyond", brano articolato in una tensione armonica che sfocia nella gran fuga di "Dracula Pursued", un vortice agitato ed inarrestabile di archi, ottoni e percussioni.
"Dracula Destroyed" innesta il discorso su una lunga nota tenuta per poi scomporsi nei fronzoli dell’organo e terminare sull’idillio degli archi. Eccellente!
Altrettanto eccellente risulta essere "Gypsy Tantrums", fantasiosa celebrazione gitana affidata al clarinetto e agli archi.
Lo stile linguistico della coppia Salter-Dessau non delude e il disco prosegue sulla differenziazione dei brani: melò ("Honka Whipped"), contemplativo ("Dan’s Love"), di ricerca strumentale ("The Monstrosities"), arioso ("Hunchback’s Jealousy"), drammatico ("The Pentagram"), iperbolico e pomposo ("Death of the Unholy Two/End Cast").