Allonsanfan

cover_allonsanfan.jpgEnnio Morricone
Allonsanfan (1974)
GDM CD CLUB 7036
15 brani – Durata: 25’01”

 

È assai raro trovare nelle raccolte del Maestro Morricone brani tratti dal soundtrack di Allonsanfan. Peccato perché lo score di questo film dei fratelli Taviani, ambientato nel diciannovesimo secolo, è un piccolo capolavoro, dal quale risulta tutta la competenza musicale e la versatilità del Premio Oscar alla carriera. Per capire meglio il valore di questa OST è necessario conoscere la trama del film, che narra le vicende di Fulvio Imbriani, rivoluzionario di nobili origini che, durante il periodo della Restaurazione, intorno al 1816, abbandona la Carboneria, per poi rientrarvi e rimanere infine vittima di un losco intrigo.

Morricone riesce a rendere perfettamente le tonalità del tempo e del luogo, associandole magistralmente a brani della tradizione popolare.
Lo score inizia con il tema principale, “Rabbia e Tarantella”: la rabbia delle ingiustizie e del malcontento tipico di quel periodo (ma non solo, purtroppo), musicata sui toni della pizzica e della tarantella. Ascoltando queste note, sembra quasi di rivedere il celeberrimo dipinto di Pel lizza da Volpedo “Il quarto Stato”: “Rabbia e Tarantella” potrebbe infatti essere benissimo la colonna sonora della marcia di quei contadini infuriati. Senza avere toni marziali, questo brano trasmette, con melodie tipicamente morriconiane, quasi un’atmosfera di minaccia, di folla inferocita contro cui il potere della stanza dei bottoni può ben poco.
Il Maestro, poi, attinge anche direttamente dalla tradizione popolare con il pezzo “Dirindindin”, che altro non è che la versione riarrangiata di una celebre canzone tradizionale delle campagne italiane, “L’Uva Fogarina”.
Estremamente interessante è anche il “Te Deum Laudamus”, a metà tra un canto religioso e la sottile parodia di tale genere. Si tratta, infatti, di un’interpretazione corale in latino, con coro classico a più voci, ma, tra un “Te Deum Laudamus” e un “Sanctus Sanctus Dominus” appaiono anche note e passaggi tipicamente morriconiani, inconfondibili anche se, pur essendo splendidi, ben poco hanno a che vedere con la musica religiosa.
Da sottolineare, infine, “Allonsanfan – Ballata”, una sorta di nenia, di nostalgico e toccante lamento di una donna innamorata, notevole soprattutto per le parole commoventi e la bravura del violino solista Giorgio Moench.
Una partitura che meriterebbe molta più fama e successo.


 

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