Amore mio aiutami

cover_amore_mio_aiutami.jpgPiero Piccioni
Amore mio aiutami (1969)
GDM CD CLUB 7048
27 brani - durata: 52’55’’

 

Amico fraterno nella musica, nel jazz, nel linguaggio musicale che è dato a pochi. Pianista particolare e compositore di rara raffinatezza. Un'intelligenza viva e un intellettuale di razza. Ecco chi è Piero Piccioni”, per Armando Trovajoli che era legato a Piccioni da sentimenti di stima e affetto.

Tra i colleghi e nel mondo del cinema Piccioni, scomparso 4 anni fa, era certamente molto apprezzato come musicista e come uomo, e nel corso della sua lunga carriera ha stretto ricchi e sinceri sodalizi artistici con diversi registi e, fra tutti, con Alberto Sordi e Francesco Rosi.
E il fatto che sia stato l’alter ego musicale di due registi così diversi tra loro racconta, meglio di mille parole, la straordinaria capacità dell’autore di adattarsi alle ragioni e alle esigenze della sceneggiatura e dello spirito della pellicola traducendo in musica mondi diversi e lontani: composizioni e invenzioni musicali sobrie, asciutte, prive di facili concessioni ad un melodismo zuccherato e consolatorio per il regista partenopeo, e per il suo cinema di denuncia sociale. Una musica diretta e orecchiabile al primo ascolto, ma capace di lasciarsi scoprire ricca e piena di spunti interessanti e inaspettati, ad un orecchio più attento ed esigente, quella pensata e composta per l'Albertone nazionale, capace di intervenire in maniera attiva in quel gioco sarcastico di messa a nudo delle debolezze e delle meschine cattiverie d’ogni giorno dell’uomo qualunque, che Sordi animava con ogni sua interpretazione.  Un incontro, quello con Sordi, che è possibile immaginare molto indietro nel tempo, più di vent’anni prima del lavoro realizzato con lui per Amore mio aiutami (1969).  Si consumano le battute finali del secondo conflitto mondiale, e l’arrivo delle truppe del generale Patton, è salutato dalla musica della 013, la prima orchestra jazz italiana, che venne subito invitata a suonare a Radio Roma. È così che le note di “Ritmando con la 013”, sigla dell’orchestra divengono insieme con “In The Mood” di Glenn Miller, il simbolo della pace ritrovata. La 013 era stata fondata dal giovane Piero Morgan, nome d’arte di Piero Piccioni, che in quegli anni incontra un altrettanto giovane attore, Alberto Sordi: ne nasce un’amicizia che li legherà per tutta la vita e per decine di film, Finché c’è guerra c’è speranza, Polvere di stelle, Il medico della mutua, solo per citarne alcuni.
Quando lavorava con Sordi il maestro iniziava a comporre ancor prima che iniziassero le riprese, in una fase embrionale l’amico attore raccontava la storia, il sapore che intendeva dare al personaggio e alla pellicola. Poche note appena accennate al pianoforte per dar vita ai temi che poi avrebbero accompagnato la gelosia di Giovanni e l’ossessiva infatuazione di Raffaella in Amore mio aiutami, o la camminata indimenticabile del dottor Tersilli per i corridoi dell’ospedale ne Il medico della mutua.
Bello come quasi tutti i suoi lavori, questo score che dopo vent’anni risulta essere ancora fresco, interessante. Ben scritto, semplice e commovente il tema affidato al violino, e ovviamente molto jazz, in trasparenza, nei suoni, nei ritmi, nelle scelte fatte per l’orchestrazione: tutto il mondo sonoro di Piccioni, il suo gusto e la sua storia. Una edizione interessante anche per il materiale supplementare (in mono) che non era presente nell’album originale e che raccoglie diverse versioni alternative dei temi principali.


 

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