Ercole alla conquista di Atlantide

cover_ercole_atlantide.jpgGino Marinuzzi Jr.
Ercole alla conquista di Atlantide (1961)
Digitmovies CDDMO90
17 brani + 6 bonus tracks - Durata: 43’39’’

 

Gino Marinuzzi Jr. scrive una buona colonna sonora per il film Ercole alla conquista di Atlantide, pellicola mitologica di Vittorio Cottafavi in cui il re di Tebe, per contrastare gli abitanti di Atlantide che stanno per invadere i paesi del Mediterraneo, chiede aiuto ad Ercole.

Percussioni intonate, oboe e ottavini sono il prologo di un grande crescendo della sezione archi, con un coro finale femminile dissonante: “Ercole alla conquista di Atlantide”.
Il coro femminile intona poi un vocalizzo drammatico e flebile su “Processione”.
“Navigazione e sbarco” affida la linea melodica al flauto e all’oboe, con variazioni assortite della sezione fiati in coda.
Dopo il breve concitato di “Ammutinamento”, si prosegue con “Ercole trattiene la nave”, un andante moderato scandito da un tamburo marziale, dalle tessiture degli archi e dai fraseggi degli ottoni.
Parentesi descrittiva con “Dopo il naufragio e l’isola misteriosa”.
“Ercole contro Proteo” è un’interessante brano di ricerca sonora, con percussioni intonate e timpani che rispondono ad effetti sonori simili a gorgoglii, sfrigolii e metallo spazzolato.
“Arrivo ad Atlantide” su un coro femminile discendente e drammatico, a cui fanno da contraltare i crescendo degli archi.
“Sacrificio e liberazione di Ismene” è tutta giocata sui frammenti melodici dei fiati, legati insieme dagli archi.
“Balletto e il piano di Antinea”  si sviluppa su un alternarsi di legnetti e tromba calato in un contesto sonoro epico e sognante. In evidenza il contrasto fra lo scherzo e la pompa magna.
“Vino diabolico” si articola su una manciata di note tenute sempre corredate da un ampio spettro di timbri, fra cui il gravissimo clarinetto basso.
“Punizione mortale e decisione di Antinea” parte nel caos per poi affidare il climax sonoro al vibrafono, agli oboi, al clarinetto basso.
“La Valle dei prigionieri” mostra archi preoccupatissimi a cui rispondono gli acuti degli ottoni.
“Un tenero amore” stempera la tensione nella melodia limpida degli archi, in un fraseggio mosso ricamato da oboe e ottavini.
“Regno oscuro” crea un gran crescendo con intermezzo di pizzicati degli archi.
E poi ancora il crescendo per accumulazione timbrica di “Dopo il massacro”, con gran rintocchi di gong e trombe araldiche.
“Camera dell’oblio e fuga” viene preparata dalla nota tenuta degli archi e degli abbellimenti dei fiati, per poi svilupparsi in un discorso irregolare.
“La furia di Ercole e ritorno a casa” mostra un contrasto fra un breve crescendo e un divertissment finale con grande chiusura degli ottoni.
La versione senza coro di “Ercole alla conquista di Atlantide” mostra pagine sinfoniche molto equilibrate, in cui tutti gli strumenti parlano senza eccedere.
La versione alternativa di “Ercole trattiene la nave” pare un poco debole in densità strumentale, anche se le armonie creano un orizzonte sonoro rilanciato da “Arrivo ad Atlantide”, con le note lunghe della sezione archi  e il frammento melodico del leitmotiv ripreso a più tratti.
“Ercole contro Proteo” versione percussioni funziona come un brano di musica afro, con la sola variante dei timpani sullo sfondo.
Chiude la versione stereo-mix di “Ercole trattiene la nave”, davvero inchiodata da un tamburo inesorabile.

 

Stampa