Agi Murad il diavolo bianco/Ester e il re/Gli invasori

cover_agi_murad_ester.jpgCD 1
Roberto Nicolosi
Agi Murad il diavolo bianco (1959)
Roberto Nicolosi e Angelo Francesco Lavagnino
Ester e il re (1960)
Digitmovies CDDMO89-1
34 brani – durata: 73’56’’

 

CD 2
Roberto Nicolosi
Gli invasori (1961)
Digitmovies CDDMO089-2
27 brani - durata: 66’46’’

 

Roberto Nicolosi scrive un’ottima colonna sonora per il film di Riccardo Freda tratto da Tolstoj, un’avventura basata sulla lotta fra Agi Murad, capo dei ribelli russi, e le incapaci truppe dello zar.
Agi Murad il diavolo bianco è una OST imperniata sulla ricerca linguistica, che alterna momenti lirici distesi, con gli archi in prima linea, a momenti più intensi di marcia e grandeur.

Fra fraseggi di oboi, ottavini in saliscendo, cromatismi in crescendo e in diminuendo dei violini, movimenti ariosi della sezione archi, soli di tromba, pizzicati di arpa ed un utilizzo ponderato e marcato degli ottoni a tracciare l’azione sonora con accenti e cori, il tono del lavoro risulta coeso ed equilibrato.
Si nota una ricerca intensa sul piano dinamico, che va dai pianissimo al forte e contribuisce a mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore.
Il “Notturno romantico” si distingue per le sonorità impressioniste che, nella ricerca timbrica, evocano i paesaggi sonori di Debussy.
Il “Balletto”, che parte su percussioni intonate, prosegue il suo cammino sul discorso di una balalaica dissonante supportata da una fisarmonica malinconica e cupa, creando un effetto di straniamento destabilizzante.
“Agi Murad e Sultanet” è un esempio brillante di utilizzo della densità strumentale, con fraseggi di fagotto, pizzicati di arpa, soli di flauto e archi in smorzando che creano interessanti contrasti fino a confluire nel crescendo drammatico finale.
Nicolosi utilizza come leitmotiv un frammento musicale degli ottoni, un pugno di note annunciatrici che fungono da prologo alla sua ricerca sulla strumentazione.
Ester e il re, film di argomento biblico imperniato sul personaggio di Ester, ragazza ebrea sposata con il re persiano Assuero per cercare di aiutare il proprio popolo, affida la OST al duo Lavagnino-Nicolosi.
I “Titoli” di Ester e il re sono scanditi e marziali nella voce della tromba.
“Una donna da amare” è affidata al fraseggio del clarinetto.
“Amore per Ester” parte pianissimo per lasciare spazio all’idillio degli archi, subito bilanciato dal solo di clarinetto e dal candore dei flauti.
Anche “Il mondo di Ester” è un alternarsi di emozioni sonore, che spaziano dagli archi drammatici iniziali fino alla progressiva scarnificazione armonica che avviene con una sequenza progressiva solo di tromba, pizzicati di arpa e smorzando di archi.
Il “Sacro momento” è affidato ai timbri del flauto e dell’oboe.
Non perdetevi il “Balletto del tempio”, in cui spuntano vocalizzi femminili alternati ad armonie orientali, con una voce in sperimentazione sonora ed un ritmo che a tratti va in sincope.
La “Solitudine di Ester” è descritta da archi desolati, “Amore nel tempio” idealizzata dal flauto, “Risveglio” richiamato da un fraseggio cromatico ascendente sempre del flauto, “Ester” delineata da una variazione del leitmotiv segnale, un brevissimo intercalare del flauto seguito da variazioni orientali.
Seguono il largo “Abbraccio sensuale”, il pianissimo di “Teneramente”, le note tenute di “Pausa a corte” ed  altri brani più descrittivi.
Fra le quattro versioni stereo mix di Ester e il re vale la pena riascoltare “Il balletto nel tempio”.
Gli Invasori, film di Mario Bava del 1961, ha una OST  che parte su tamburi marziali e annuncia “L’attacco dei vichinghi” con pianoforte ed ottoni.
I brani risultano più descrittivi e meno caratterizzati rispetto alla soundtrack di Agi Murad, ma Nicolosi ci dona comunque pagine di musica molto intense, come il fraseggio del pianoforte di “Tema d’amore”, l’arpa e il vibrato wet di “Dopo il naufragio”, il sogno pianistico di “Matrimonio e balletto” contrastato da una marcata strumentazione folkloristica ed il gran finale de “Il ritorno degli eroi”.


 

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