Liberi, armati, pericolosi

cover_liberi_armati_pericolosi.jpgGianfranco Plenizio, Enrico Pieranunzi
Liberi, armati, pericolosi (1976)
Beat Records CDCR 80
19 brani – Durata 45’51’’

 

Con l’album che presenta l’OST del film Liberi, Armati, Pericolosi, diretto nel 1976 da Romolo Guerrieri e interpretato da attori del calibro di Stefano Patrizi, Max Delys, Benjamin Lev, Eleonora Giorgi, Tomas Milian, Diego Abatantuono, Venantino Venantini e Antonio Guidi, composta da Gianfranco Plenizio ed Enrico Pieranunzi e caratterizzata da meravigliosi assoli di pianoforte, da fiati imponenti e da ritmiche coinvolgenti, continua la serie Limited Edition della Beat Records Company, casa discografica romana specializzata in colonne sonore, che comprende album in edizione limitata di mille unità raccolti in confezioni in digipack plastificato lucido a due ante.

Correlata da un booklet che si apre come un piccolo manifesto con lobby cards dell’epoca, articoli e liner notes e da un’intervista in video fatta al Maestro Plenizio che è visualizzabile inserendo il CD in un normale computer, quest’opera, una partitura di raro gusto, presenta diciannove tracce all’insegna di jazz, funk e di interludi di musica classica.
Molto bella la melodia del tema principale del film che viene eseguita, a tratti da un’armonica, a tratti da un pianoforte e da strumenti a fiato.
Va inoltre sottolineato il grande lavoro svolto, all’interno di questa score, da Enrico Pieranunzi che interpreta al pianoforte, con il suo inconfondibile stile, la maggior parte dei brani del disco.
Così come quello di Gianfranco Plenizio pianista, compositore e direttore d’orchestra capace con il suo contributo e la sua conoscenza enciclopedica della musica di somministrare sempre un valore aggiunto alle pellicole alle quali ha collaborato.
Emozionanti infine il tema e la canzone eseguiti da una voce femminile nelle ultime tracce del CD che risente di influssi delle composizioni di musicisti come Dave Brubeck e Johan Sebastian Bach, Vivaldi e Oscar Peterson.
Alla luce di quanto scritto si può affermare quindi che questo disco andrebbe collocato nelle file più alte di ogni buona collezione di colonne sonore.

 

Stampa