Ghost in the Shell

cover_ghost_in_the_shell.jpgKenji Kawai
Ghost in the Shell (Id.- 1995)
BGM (Japan) GA - 044
11 brani - Durata: 45’33’’

Chi abbia un minimo di familiarità col mondo del cyberpunk si aspetterebbe, per un film che appartiene a questo filone, una colonna sonora all’insegana dell’ambient più ipnotico o della techno hardcore più violenta.
Niente di tutto questo per le musiche di Ghost in the Shell, lungometraggio d’animazione diretto da Mamoru Oshii e basato sull’omonimo manga di Masamune Shirow, considerato, al pari di Blade Runner, uno degli esempi più rappresentativi e dei massimi capolavori della cinematografia cyberpunk.

La Track List dell’album, molto bella ed evocativa anche per chi non conosce l’anime, composta, arrangiata e suonata da Kenji Kawai, famoso autore giapponese di numerose partiture per pellicole live e d’animazione e collaboratore di Oshii per le musiche della maggior parte delle sue opere, infatti, si dipana attraverso pezzi lenti, ritmati da percussioni e con lievi intrusioni di strumentazione elettronica.
Ciò rende meglio di qualsiasi brano techno o ambient la sensazione di tristezza e solitudine che accomuna tutti i personaggi del film, abbandonati a loro stessi nella giungla di metallo in cui si trovano ad agire.
Su tutte, per atmosfere cupe e avvilenti, spicca la traccia "Making of Cyborg" con sonorità che rimandano ad altre opere di Kawai come le musiche di Patlabor e la sigla iniziale di Evangelion.
Molto caratteristiche anche "Ghost City" e "Reincarnation", variazioni del tema principale e senz’altro i migliori pezzi dell’intera soundtrack.
"See you Everyday", brano molto differente dagli altri, è una canzone pop cantata in cantonese da Fang Ka Wing. Nel film, la si può sentire durante la sequenza del mercato di New Port City mentre Batou è alla ricerca del criminale il cui “ghost” è stato manomesso dal Signore dei Pupazzi.
Secondo le informazioni riportate sulla copertina della versione inglese del disco della colonna sonora poi, l’evocativo brano corale che si può ascoltare durante più sequenze della pellicola è in realtà una marcia nuziale del sol levante finalizzata ad esorcizzare le influenze negative.
Kenji Kawai, inizialmente, voleva utilizzare dei cantanti di musica popolare bulgara ma, non avendone trovati, ha richiamato il coro con cui aveva già lavorato per la serie d’animazione Ranma ½.
Il testo del brano è in un’antica forma di giapponese mentre l’accompagnamento melodico unisce l’armonia della musica bulgara con quella tradizionale nipponica.
L’unica pecca di questo disco, molto cupo e attinente con la trama del film che è chiamato a commentare, è la ripetitività di alcune musiche.

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