Wall-E

cover_wall_e.jpgThomas Newman
Wall•E  (id. - 2008)
Disney Records 05008711950
38 brani (34 di commento + 4 canzoni) – Durata: 1h 02’ 29’’

Con Wall•E la Pixar prosegue la sua raffinata riflessione sul concetto di messa in scena cinematografica e musicale in un film d’animazione. Dopo la commedia rilassata ed elegante di Ratatouille, Wall•E rielabora il genere fantascientifico-apocalittico con inconsueta grazia e freschezza; all’interno di questa complessa operazione linguistica che sostanzialmente mette in scena una storia d’amore da commedia romantica in un’atmosfera e in un contesto che ricordano Children of Men e soprattutto 2001: Odissea nello Spazio (coraggiosi e intelligenti i riferimenti alla monumentale opera di Stanley Kubrick), la musica riveste un ruolo fondamentale.

Thomas Newman, già autore dello score di Alla ricerca di Nemo, crea una partitura variegata che passa dalle sonorità siderali e angoscianti di “1815 A. D.” (inusuali ed inquietanti all’interno di un film “per bambini”) ai toni briosi e buffi di “Wall•E”, alla luminosità melodica e fiabesca di “Eve” e “Define Dancing”.
La musica è un elemento importante anche sul piano narrativo nella caratterizzazione del personaggio di Wall•E, dal momento che il tenero robottino è un amante dei musical e trascorre le sue solitarie serate sognando l’amore davanti a Hello, Dolly!. E due canzoni del musical di Jerry Herman sono infatti inserite nel film, “Put on Your Sunday Clothes” e “It Only Takes a Moment”, affiancate da una versione di “La Vie en Rose” interpretata da Louis Armstrong. L’effetto è straniante, ironico ma anche toccante: emozioni così umane come quelle che scaturiscono dalla musica e dal canto sono veicolate da piccole entità meccaniche. La capacità di amare e commuoversi è forse più forte nelle macchine piuttosto che negli uomini? Se in Toy Story l’umanizzazione degli oggetti era soprattutto giocosa (senza tuttavia censurare le emozioni negative e dolorose – si pensi all’abbandono della bambola Jessie cantato in "When She Loved Me"), in Wall•E si fa straziante e problematica.
Malgrado la tenerezza dei protagonisti, malgrado la morale positiva e le situazioni divertenti che pure non mancano, il film è permeato da un senso di profonda tristezza e angoscia a cui Thomas Newman dà voce con grande sensibilità: i suoi brani non sono quelli che ci si aspetterebbe di trovare in un film d’animazione ambientato in un futuro ipertecnologico, sono intimisti e delicati, di impatto non immediato, spesso cupi (“Directive A-113”) ma illuminati da sprazzi di romanticismo e passione struggente (“All That’s Love About”, “Fixing Wall•E”); non mancano poi tracce più specificamente di commento, che si appoggiano su toni avventurosi e vanno ad accompagnare i momenti d’azione (“The Spaceship”, “Wall•E’s Pod Adventure”).
Il film si chiude con “Down to Earth”, scritta, insieme a Newman, e interpretata da Peter Gabriel per accompagnare le suggestive (e citazioniste) immagini pittoriche della rinascita Terrestre lungo i titoli di coda, diventando così un inno all’arte, al lavoro e alla creatività degli uomini.

 

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