Lezione 21

cover_lezione_ventuno.jpgAA.VV.
Lezione 21 (2008)
Deutsche Grammophon / Universal Music Italia 480 1128
8 brani – Durata: 79’56”

 

Si presta a ben poche critiche l’antologia che costituisce la colonna sonora di Lezione Ventuno, opera prima alla regia del romanziere Alessandro Baricco, incentrata sulla storia e sulla creazione dell’Inno alla gioia di Ludwig Van Beethoven, contenuto della “Sinfonia n. 9 op. 125”. Una genesi vista – almeno in parte – attraverso gli occhi dello studente Noah Taylor, spinto a un viaggio di ricerca sui generis da una lezione sul capolavoro beethoveniano. Lezione secondo cui, ha scritto Goffredo Fofi, “la Nona, e soprattutto l’Inno alla gioia, è l’astuto ritorno kitsch di un vecchio che fu geniale”.
Accompagnati da un paio di estratti appartenenti a Gioacchino Rossini e Antonio Vivaldi, nel CD si susseguono soprattutto brani dello stesso Beethoven. Unica nota contemporanea, quella di Nina Simone con la canzone “If you Pray Right”.
Di Beethoven apre uno dei pezzi forti, il magnifico “Adagio della Sonata Patetica (n. 8 in do minore op. 13)”, pubblicata nel 1799.
Si alternano l’elegante leggerezza di Rossini con il rondò “Nacqui all’affanno… Non più mesta” dalla Cenerentola (affidato alla voce di Cecilia Bartoli) e l’incursione barocca di Vivaldi e del suo “Gelido in ogni vena” dal Farnace (ancora la Bartoli).
Sempre di Beethoven l’”Adagio dalla Sonata n. 3 in do maggiore”, nella sensibile esecuzione di Emil Gilels, che esegue anche la “Patetica”, e il trascinante “Allegro con brio dalla settima sinfonia (op. 92)”, superbo nella versione della Filarmonica di Berlino con Claudio Abbado sul podio.
E oltre alla “Canzona di ringraziamento” (op. 132), del celeberrimo compositore tedesco non poteva mancare l’estratto della Nona Sinfonia noto ai più proprio come “Inno alla gioia”, eseguito per la prima volta nel 1824. Guidata da Abbado, è ancora la Filarmonica di Berlino a palpitare nell’esecuzione della partitura beethoveniana.
Una selezione godibilissima, sulla carta forse poco cinematografica, ma d’innegabile impatto per gli amanti del genere.

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