Black Dog - Hellsing Ova Series

cover_hellsing_black_dog.jpgHayato Matsuo
Black Dog - Hellsing Ova Series (Id. - 2008)
Colosseum LC 03387
17 brani – Durata: 49’10’’

La Colosseum è un’etichetta discografica tedesca con un ricco catalogo di colonne sonore di film, serie televisive e d’animazione.
L’OST di Hellsing, ottima serie di O.A.V., letteralmente Original Anime Video acronimo con cui gli appassionati identificano serie animate provenienti dal Giappone, realizzata dallo studio Madhouse, appartiene a quest’ultima categoria.

Prima di parlare diffusamente di questo disco, ultimo lavoro del musicista nipponico Hayato Matsuo, molto suggestivo e dalle atmosfere cupe e misteriose, vorrei spendere due parole su questo affermato autore di partiture per animazione e videogiochi.
Diplomato in composizione alla Tokyo University of the Arts, ha sempre espresso la sua musica, che cattura alla perfezione la tensione e le emozioni di ogni singola storia, parallelamente alle immagini seguendo un filone tipicamente apocalittico.
Tra i suoi lavori più conosciuti ed apprezzati, oltre allo score del dodicesimo capitolo della famosa saga di giochi per Play Station Final Fantasy, anche le musiche per il videogame Dragon Quest e per la serie animata Magic Knight Rayearth.
L’autore, che per questa colonna sonora è stato coadiuvato dall’Orchestra Filarmonica Nazionale di Varsavia, crea un connubio tra sonorità del Sol Levante e classicità del Vecchio Continente.
Nonostante ciò quest’album, ricco di pathos e suspance, è composto da diciassette tracce, all’insegna di un suono estremamente moderno a cui però viene affiancata una miscela di musica jazz e sinfonica con partiture struggenti, che si articolano su timbri più simili ad alcuni modelli occidentali di soundtrack dall’alta tensione e drammaticità.
A suffragare questa tesi i brani “Target Insight”, “Hakushaku Tatsu!” dal sound quasi psichedelico e “Badrick”.
Nonostante l’indirizzo più prettamente contemporaneo, alcuni episodi riconducono la direzione verso il classicismo.
In tal senso risultano godibili in particolare due tracce: “Kuro Inu To Mukade No Koushin” e “Die Fledermaus”, con le sue torbide arie simil tango degne di una milonga nel cuore di Buenos Aires.
Il disco, infine, si conclude con un’ampia aria mozartiana figlia degli studi più classici di Matsuo, “Gradus Vita”, un brano pieno di impeto, carattere e vicinanza al Divino.
Alla luce di quanto scritto possiamo quindi affermare che questo disco, che propone una varietà di stili notevoli, è un ascolto obbligato oltre che per gli amanti di colonne sonore e serie animate giapponesi anche per chi cerca un tramite tra culture classiche e contemporanee sia giapponesi che occidentali.

 

 

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