Body Of Lies

cover_body_of_lies.jpgMarc Streitenfeld
Nessuna Verità (Body Of Lies – 2008)
Varese Sarabande 302 066 923 2
22 Brani – Durata: 45’07’’

 

Basato sull’omonimo romanzo del giornalista americano David Ignatius, diretto da Ridley Scott (Le Crociate, Il Gladiatore, Alien) e interpretato da Leonardo Di Caprio (Blood Diamond, The Departed) e Russell Crowe (Il Gladiatore, Cinderella Man) Body of Lies (in Italia Nessuna Verità) è ambientato in Giordania, dove un seguace di Osama Bin Laden si teme stia preparando l’ennesimo attacco terroristico. Ed ennesima è anche la scelta di Ridley Scott all’interno della MediaVentures per commentare il suo nuovo film: Marc Streitenfeld.
Sono ormai innumerevoli infatti le pellicole dirette dal cineasta di origine inglese che si fregiano delle musiche composte da uno o più artisti provenienti dalla tanto famosa, quanto contestata, società di compositori.
Se in passato il regista aveva puntato su artisti del calibro di Jerry Goldsmith o Trevor Jones per i suoi Alien o G.I. Jane, non abbiamo dovuto attendere molto per vedere Hans Zimmer e i nomi a lui legati prender parte alle sue produzioni.
E non a caso la scelta per questo film è ricaduta proprio su Marc Streitenfeld, già collaboratore di Ridley Scott in American Gangster e Un’ottima annata, nonché ghost-writer e supervisore di partiture quali Black Hawk Down, Il Gladiatore o Hannibal, tutte legate tanto al cineasta quanto alla società fondata dal compositore tedesco Zimmer.

Ed è proprio sulle note mediorientali di “White Wale” che si apre questa Body Of Lies, riportando in brevi istanti alla mente un’atmosfera dal gusto già in parte conosciuto in Black Hawk Down: una costruzione di arpeggi, presenze di violoncelli, timbales e voci caratteristiche di quelle terre, che non fanno fatica a rendere bene l’idea di un ambiente caldo, deserto e sicuramente molto drammatico.

Streitenfeld punta in particolar modo su quegli stereotipi che spesso ricorrono all’interno di pellicole ambientate nei medesimi territori, attraverso un utilizzo costante di percussioni etniche, movimenti per archi appartenenti a quei luoghi, arpeggi ed una immancabile linea di basso molto corposa, capace di gettare delle solide e pastose basi sotto a questa varietà di strumenti. “Punishment” e “To Amman” si presentano piuttosto dinamici e impregnati di questi elementi, capaci di coinvolgere grazie ad una scrittura ritmica piuttosto seducente, ma spesso anche ripetitiva nella scelta compositiva.
Molto più interessanti invece alcuni passaggi dal carattere drammatico o teso, come “All By Myself” o “Al-Saleem”, quest’ultimo in particolare regala pagine ad alta tensione abbastanza piacevoli durante l’ascolto, in cui la sezione d’archi occupa forse il ruolo più importante nella resa finale del brano.

Alcuni pizzicati per chitarra, presenti in “NSA Speech” e “Dead Sea”, riportano alla mente le costruzioni melodiche di Howard Shore per The Departed, e magari non è un caso che in entrambi le pellicole Di Caprio sia uno degli interpreti principali. Che si tratti di una coincidenza o di qualche inconveniente tipico da temp-track non si sa, ma la somiglianza, seppur lieve, è innegabile.

L’elemento di maggior interesse nell’intera partitura risiede in alcuni movimenti per archi che si discostano dal tappeto costante e monolitico che la sezione interpreta per la maggior parte del tempo. Infatti che si tratti degli acuti di “Rabid Dogs” o della sessione tesa, con grande presenza ritmica di “Lost Vision”, sta di fatto che l’interpretazione dei violini, seppur diretta discendente dello stereotipo legato a queste ambientazioni, rappresenta la vetta più alta raggiunta dall’artista nell’intero score.
Un vero peccato se si considera la modesta presenza di pianoforte, che dalle poche note piene di tensione di “Half Steps” alla bella esecuzione in “Punishment” dimostra una buona concezione di base, forse meritava una maggiore sottolineatura, piuttosto che un ruolo più vicino al riempimento che non al commento esplicito.
A conclusione del disco troviamo “Betrayal”, forse uno dei brani che riesce maggiormente a tracciare una linea ben marcata all’interno della partitura, grazie ad un’ultima proposta del tema principale, per quanto in alcuni arrangiamenti, e soprattutto per la presenza accentuata delle percussioni, sembra strizzare un po’ l’occhiolino allo score per il film Three Kings di Carter Burwell.

In definitiva si tratta di una colonna sonora indubbiamente piacevole nell’ascolto, ma le cui numerose assonanze con altre produzioni della MediaVentures, Black Hawk Down in particolar modo, con la quale condivide anche la presenza di nomi immancabili nella produzione della società quali Bruce Fowler e Suzette Moriarty alle orchestrazioni (e magari anche qualcosa in più), rendono la resa finale piuttosto scontata e con una lieve insoddisfazione da “già sentita”, oltre ad una performance non sempre entusiasmante della Hollywood Studio Symphony Orchestra.
In ogni modo non è detto che Body Of Lies non sia più personale di quanto non sembri, considerata la presenza di Streitenfeld nella partitura del 2001 firmata Hans Zimmer, e se così dovesse essere, sicuramente il giovane compositore, anch’egli tedesco, ci darà modo di essere conosciuto meglio.

Stampa