Children of Men

Children of MenAA.VV.
Children of Men (I figli degli uomini, 2006)
Varèse Sarabande 302 066 769 2
9 brani – Durata: 70'29"



La colonna sonora de I figli degli uomini, l'ottimo film di Alfonso Cuaròn, è una curiosa e interessante rarità nel panorama contemporaneo della cinematografia statunitense. Ci troviamo di fronte ad un mosaico sonoro piuttosto inedito, che riporta alla mente le radicali ed ispirate scelte musicali di Stanley Kubrick. Per commentare il futuro fosco e distopico della vicenda, Cuaròn non ha voluto rivolgersi né ad un tradizionale score originale o tanto meno ad una selezione di pezzi pop-rock à là page, ma ha preferito compilare un soundtrack composto prevalentemente da brani di musica classica contemporanea e inusuali canzoni della più varia natura e provenienza (Jarvis Cocker, King Crimson, Radiohead, Roots Manuva, Deep Purple e il nostro Franco Battiato, presente con una bella cover di “Ruby Tuesday” dei Rolling Stones). Per quanto riguarda le selezioni del repertorio classico, il regista ha voluto affidarsi soprattutto alle pagine del compositore inglese Sir John Tavener, celebrato autore di musica “neo-sacra”. La scelta di Cuaròn rappresenta certamente una felice deviazione dal magma contemporaneo delle banalità e risulta ancora più efficace soprattutto per la parsimonia e l'attenzione con cui gli interventi musicali sono dosati lungo il corso della pellicola, che si distingue per un uso accorto ed intelligente del silenzio e della rumoristica.

Dunque sono soprattutto le note di John Tavener ad impersonare il carattere musicale del film, come si può notare dal CD pubblicato da Varèse Sarabande (che contiene solo i brani di musica classica, l'album con le canzoni è stato edito da Universal). Il carattere delle composizioni di questo autore non è dissimile da quello di musicisti come Arvo Part e Olivier Messiaen. Tavener è infatti un compositore che ha sempre dato alla sua musica una fortissima impronta spirituale e mistica, restituita attraverso l'uso di registri tonali diatonici e un'orchestrazione limpidissima e stratificata (voce, archi, percussioni). Il brano centrale di tutta la colonna sonora è “Fragments of a Prayer”, composto da Tavener appositamente per il film: una pagina di grande espressività e di intensa contemplazione, scritta secondo l'abituale e personalissimo registro stilistico del compositore (spicca la voce celestiale del soprano Sarah Connolly). Anche le altre pagine di Tavener qui presenti comunicano il medesimo senso di struggimento mistico e di profondo raccoglimento, come “The Lamb” (per orchestra d'archi), “Eternity's Sunrise” (per soprano, archi e campane) e “Mother and Child” (per coro, un brano usato con grandissima intensità nelle sequenze finali).

Cuaròn ha comunque affiancato ai brani di Tavener alcune particolari selezioni dal repertorio classico: un estratto dal mesto e lancinante “Kindertotenlieder” di Gustav Mahler, un'aria dall'oratorio “Alexander's Feast” di Georg Friederich Handel e la brutale, sconcertante “Trenodia per le vittime di Hiroshima” di Krzysztof Penderecki.

Insomma, in definitiva una colonna sonora inedita, spiazzante e perfettamente in linea con lo spirito e la natura del film. Tuttavia, come sempre in casi come questi, l'album tratto forse non restituisce tutta la portata di questa operazione (eccezion fatta per il brano originale di Tavener) e può risultare all'ascolto come un particolarissimo centone di brani di repertorio.

Stampa