26 Mar2009
Defiance
James Newton Howard
Defiance – I giorni del coraggio (Defiance, 2008)
Sony Classical 738523
15 brani – Durata: 49'52"
Defiance – I giorni del coraggio racconta la drammatica vicenda di tre fratelli agricoltori della Bielorussia che, sopravvissuti al massacro dei genitori da parte dei Nazisti durante il rastrellamento dei ghetti ebraici, decidono di vendicarsi delle terribili atrocità subite insieme ad un manipolo di ebrei anch'essi scampati alla strage. Grazie ai loro sforzi e alla loro tenacia, i tre fratelli Bielski riusciranno a salvare più di 1000 ebrei dallo sterminio. Per commentare questa storia intensa, il regista Edward Zwick (Glory, L'ultimo Samurai, Blood Diamond) si è rivolto al bravo James Newton Howard, il quale ha risposto con una partitura lirica e struggente, ottenendo una meritata nomination agli Oscar di quest'anno. La narrazione del film richiama ovviamente Schindler's List e, come nella pellicola di Spielberg, l'anima musicale dominante viene espressa attraverso la voce lancinante di un violino solista, qui suonato con grande bravura dal talentuoso violinista statunitense Joshua Bell. Nonostante l'evidente parallelo con la colonna sonora di John Williams, non siamo di fronte ad un mero ricalco o ad una pallida imitazione. Howard è un musicista di affermata bravura e di rara sensibilità, due qualità che anche in questo caso risaltano con grande nitore. La partitura è dominata da un tema struggente (lo sentiamo esposto per la prima volta nel brano “Your Wife” e poi in “Exodus”) che richiama le melodie della tradizione ebraica. La composizione consente di mettere in risalto tutta la bravura del violinista Bell, il quale mostra una perizia tecnica davvero eccellente, soprattutto nel vibrato e negli effetti di portamento. Il compositore, che aveva già esplorato simili panorami sonori nella bellissima OST di The Village, pennella con molta delicatezza lungo il corso di tutta la partitura, costruendo atmosfere molto efficaci, talora colorate di lievi influssi “etnici” come l'uso del cimbalom (strumento tipico della tradizione mitteleuropea) e di accorati soli dei legni, ma è soprattutto nella scrittura per archi che Howard sembra dare il meglio di sé (“Nothing is Impossible”, forse la pagina più direttamente figlia di The Village). La indubbia riuscita delle pagine più liriche e raccolte (“Camp Montage”, “The Wedding”, “Escaping the Ghetto”) getta forse una lieve ombra sui momenti di commento più tradizionale, in particolare i brani d'azione e quelli di tensione (“The Bielski Otriad”, “Police Station”), che talvolta tradiscono un po' di genericità e di supina obbedienza ad alcuni cliché della scuola hollywoodiana moderna. Tuttavia, lo score è ricco soprattutto di un lirismo mai scontato o banale (“The Bielski Bros/Ikh Bin a Mame”), messo ancora più in evidenza dalla straordinaria intonazione ed articolazione del violino solista di Joshua Bell. Defiance conferma ancora una volta la posizione di James Newton Howard tra i nomi più importanti della attuale scena cinemusicale statunitense.