AA.VV.
Bernardo Bertolucci (2007)
Cinedelic/Mediane Multimedia Entertainment srl CK 5504
Libro + CD: 16 brani – Durata: 51’44’’
Attraverso questa raccolta musicale si percorre in maniera gioiosa, malinconica, ma intensa la carriera di un cineasta che oltre ad essere stata prolifera e piena di momenti importanti, ha saputo raccontare con stile poetico e ironico attimi di grande cinema italiano. Le partiture scritte per i film di Bernardo Bertolucci riescono a farci percepire gioia e malinconia, ma anche regalità, giovinezza, speranza e voglia di vivere: “Splash”, Ennio Morricone; “Macbeth: vieni! T’aspetta!” interpretato da Maria Callas.
Ogni brano che viene ascoltato non ci ricorda solo le sequenze legate al film, ma anche il regista stesso, il quale lo vediamo muoversi all’interno di ogni inquadratura. Ogni singola nota, accordo è parte inscindibile fra la macchina da presa e la partitura musicale. Sinceramente è veramente difficile poter sintetizzare e descrivere le colonne sonore che hanno accompagnato e reso vive le opere cinematografiche di questo maestro del cinema italiano. Dal momento in cui iniziamo a parlarne è come se i brani venissero privati di una loro identità, vengono banalizzati, perché in questo caso non ci troviamo davanti a uno solo tipo di poetica musicale, ma di poetiche musicali completamente diverse l’una dall’altra per forma e stile. Ogni poetica ha un suo modo di produrre opere d’arte e di conseguenza ogni musicista ha un suo idioletto artistico il quale è unico e irripetibile. Brani come: “Vecchia Hollywood”, di Ennio Morricone dal film
Partner, 1968; “Il conformista”, di Augusto Martinelli dal film
La strategia del ragno, 1970; “Chi più felice di me”, di Georges Delerue dal film
Il conformista, 1970; oppure “Last Tango in Paris” di Gato Barbieri dal film
Ultimo tango a Parigi, 1972; “The Last Emperor Main Title” di Ryuichi Sakamoto dal film
L’ultimo Imperatore, 1987 fino a “Little Buddha Main Title” sempre di Ryuichi Sakamoto dal film
Il piccolo Buddha, hanno la capacità di farci capire quanto queste partiture musicali hanno dato al cinema e quante cose hanno lasciato nella mente di ogni spettatore. Nel film
The Dreamers (2003) abbiamo la possibilità di percepire la voglia di vivere, di esserci, di lasciarsi andare, ma anche di pensare a ciò che verrà e a cosa saremo domani… Attraverso le note di Charles Trenet “La Mer” e Edith Piaf, “Non, Je ne regrette rien”, riusciamo a respirare atmosfere di una nostalgica Nouvelle Vague francese, la quale ci fa e ci deve sempre far ricordare di amare e valorizzare il nostro cinema, criticarlo e incoraggiarlo nei momenti in cui le poetiche dei cineasti e dei compositori vengono meno per lasciare spazio a fama e denaro.