The Big Gundown

The Big GundownJohn Zorn
The Big Gundown: John Zorn Plays the Music of Ennio Morricone (1986)
Nonesuch 7559-79139-2
10 brani - Durata: 50’42’’

The Big Gundown, album-tributo del 1986, è un disco che, a più di vent’anni dalla sua uscita per l’etichetta Nonesuch, è ancora fresco, rivoluzionario e potentissimo.
Primo lavoro di John Zorn, compositore, sassofonista e multi-strumentista newyorkese, pubblicato da una major, questo CD riprende nove motivi di un grande compositore di colonne sonore italiano, Ennio Morricone. La tracklist, varia ed eterogenea, si apre con il brano “The Big Gundown”, dalla OST di La resa dei conti, uno spaghetti western del 1967 diretto da Sergio Sollima con Lee Van Cleef e Tomás Milian.
Seguono altri pezzi molto belli come “Peur Sur La Ville”, “Poverty”, “Milano Odea”, “Erotico”, “Metamorfosi” e alcuni temi principali delle colonne sonore più note di Morricone come La Battaglia di Algeri, Giù la testa e una struggente C’era una volta il West con cui Zorn chiude questo magnifico tributo.
Trova spazio in questo disco anche una composizione originale del sassofonista newyorkese nella quale si amplifica la carica sperimentale espressa nei brani del maestro romano.
Tutta la crema dell’avanguardia dell’epoca, poi, sfila nelle formazioni che si alternano nei singoli brani, da Bobby Previte a Cyro Baptista, da Bill Frisell a Arto Lindsay e Tim Berne, assicurando all’opera una molteplicità di timbri e colori.
Zorn, in questo frangente alle prese con delle composizioni che non sono sue, distrugge e ricostruisce i brani scelti, spaziando tra diversi stili.
Musica sperimentale, classica, bebop, folk giapponese, rock, country e jazz si incontrano e si fondono in questo album, creando un suono che ha la propria forza nella massima libertà d’espressione, priva d’ogni limite ed etichetta. La struttura originaria dei pezzi non viene alterata ma piuttosto rafforzata.
Ogni tema è restituito fedelmente e al contempo, completamente stravolto, ma sempre con maniacale attenzione filologica: ad esempio nel brano che da il titolo all’album, dopo sei minuti, si ascolta un breve accenno a “Per Elisa” che nel film scandisce le fasi finali di un duello.
Impossibile poi non apprezzare la japan version di Giù la testa, il soul-jazz di “Erotico” con John Patton all’organo Hammond e la posseduta vocalità di Diamanda Galás in La classe operaia va in Paradiso.
Alla luce di quanto scritto si può quindi affermare che The Big Gundown è un disco molto bello, la cui forza stà nella varietà degli stili e dei suoni anche se ostico per l’ascoltatore poco abituato a causa di certe gratuità rumoriste proprie della poetica sonora dell’autore.

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