Un gioco da ragazze

cover_gioco_da_ragazze.jpgAndrea Farri
Un gioco da ragazze (2008)
CAM 515476-2
25 brani – Durata : 56’42”

 

Ad emergere, nella colonna sonora del film di Matteo Rovere, pare essere soprattutto la volontà di sintetizzare la spinta moderna e la vocazione classica. Andrea Farri, pianista e compositore romano, affida spesso una melodia tormentata agli archi accompagnandoli a invasive percussioni che corrono a ritmo frenetico. Cifra stilistica da cui si è spesso tenuto lontano il mainstream U.S.A., che in molti casi è stato valido esempio della migliore tradizione compositiva, per la storia di tre teen-ager nostrane. Ricche e senza problemi, annoiate dal lusso e dagli agi, cercano lo svago in espedienti sempre più estremi. Finché un nuovo professore non entra nella vita di una di loro.
I passaggi dell’OST affidati al piano, come l’iniziale “Elena”, vedono spesso le note disperdersi in sottofondi musicali brumosi (“Livia”) o new age (“Il volo”).
Ma la contaminazione interessa soprattutto gli archi: il loro cupo e rigoroso potere evocativo si mischia a ritmi moderni e sonorità elettroniche con effetti alienanti; a titolo di esempio “Apertura”. Virtuoso e inquieto, il violino è accompagnato (cosa insolita) da forti percussioni, come in “Le regole del gioco”, e si piega al gioco di musicalità ‘disco’ in “Un gioco da ragazze (discoteca)”.
Persino il classico genere della suite per archi, qui rappresentato da “Un gioco da ragazze (suite)”, è innervato di ritmo e spirito moderno.
Scelte che ben accompagnano il sotterraneo disagio adolescenziale delle protagoniste, ma seguendolo in maniera pedissequa. L’adattamento ai colori musicali contemporanei – rappresentati dal ritmo da discoteca – crea un background musicale che si abbina alla storia, ma non riesce a conferirle surplus semantico o possibilità di esplorare le implicazioni psicologiche della vicenda, limitandosi a contemplarle.

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