The Sisterhood Of The Traveling Pants 2

cover_sisterhood_pants_2.jpgRachel Portman
4 amiche e un paio di jeans 2 (The Sisterhood Of The Traveling Pants 2 – 2008)
Varese Sarabande 302 066 918 2
10 brani – durata: 27’54’’

 

Uscito in italia come 4 amiche e un paio di jeans 2, The Sisterhood Of The Traveling Pants 2, interpretato da Alexis Blede, fortunata protagonista della serie Una Mamma per Amica, e diretto da Sanaa Hamri, gode delle musiche dallo stile più delicato, lucente e brioso al tempo stesso composte dal premio Oscar Rachel Portman, autrice sempre capace di commentare pellicole di questo genere grazie ad un approccio molto morbido ed una affascinante sensibilità musicale. Il disco, edito dalla Varese Sarabande, offre una selezione musicale di modesta durata, che non arriva alla mezz’ora di musica, ma più che sufficiente per godere dei bei temi scritti dall’egregia compositrice.
L’elemento portante dell’intera partitura risiede nel tema principale, un movimento allegro per archi, pizzicati e pianoforte dal carattere lucente e brillante, che unisce il fascino di un motivo andante che impegna l’intera sezione di violini in una esecuzione morbida e compatta ad un coinvolgente fraseggio di pianoforte che esprime a pieno dolcezza e sensibilità.
“Sisterhood”, brano iniziale dell’album, offre forse la versione più raggiante del movimento, grazie ad un’orchestrazione atta ad enfatizzare gli aspetti più lucenti del passaggio attraverso l’ausilio di strumenti capaci di sottolineare le tonalità più alte e la presenza di chitarre classiche e xilofono. In effetti sono proprio i pizzicati sulle corde dello strumento l’elemento più incisivo del pezzo, in piacevole contrasto con l’incredibile compattezza ed omogeneità dell’interpretazione della sezione d’archi, estremamente gradevole e coinvolgente nella sua performance.
L’artista, che da anni ormai si distingue nella composizione per uno dei generi filmici più difficili da commentare, ovvero la commedia, si rivela particolarmente capace in soluzioni estremamente personali, che spaziano dal bel tema per fagotto di “Carmen And Ian Rehearse”, affiancato da entrate alternate di violoncelli, pianoforte ed arpa, impregnato del carattere più allegro della composizione, al romantico arpeggio di “Welcome Home”, il quale regala graziosi momenti prima d’introdurre “Bridget”, il quale inizialmente si distingue dal resto grazie ad un passaggio per violoncello meritevole di attenzione. Questo passaggio a sua volta precede un’evoluzione che passa dal minimalismo delle linee di pianoforte ad una esecuzione d’ampio respiro del tema principale, arricchito da sfumature e ricercatezze timbriche molto personali e sempre in linea con la dolcezza e la delicatezza che contraddistingue le partiture composte da Rachel Portman.

Attenzione particolare va prestata ad un interessante intreccio di chitarra classica e violoncello presente in “The Letters”, forse la costruzione più importante, seppur di breve durata, dell’intera partitura, grazie ad una tela finemente tessuta, capace di giocare con le sonorità che contraddistinguono i due strumenti.

Rachel Portman, autrice di partiture quali Chocolat, The Legend Of Bagger Vance o Emma, premiata col premio Oscar nella categoria Migliore Colonna Sonora Originale per un Musical o una Commedia, esprime attraverso l’ausilio di una strumentazione morbida e delicata tutto il romanticismo e l’anima fanciullesca della pellicola, sottolineando i movimenti più caratterizzanti della composizione attraverso la scelta puntuale e precisa delle varie sezioni, e non, che compongono l’orchestra.
Il tema portante dello score non risulta essere particolarmente incisivo o memorabile, ma non si può negare che rechi con se un invidiabile piacere d’ascolto, tale da far sì che, nel corso dell’album, il suo tornare in scena rinnovi di volta in volta le belle sensazioni che si rivela capace di trasmettere.
Di pregevole fattura le orchestrazioni, ad opera di Jeff Atmajian e della stessa Portman, capaci di donare il giusto ruolo alle varie parti e di arricchire le varie sessioni con sfumature e cure timbriche tali da non far scadere nel banale la costruzione tematica che non è particolarmente originale.

Il commento musicale per le commedie risulta essere tra i più difficili nel campo cinematografico, specie quando la pellicola in questione non offre citazioni o provocazioni a film di maggior spessore, fornendo al compositore un interessante appiglio per la stesura di pagine a loro volta provocatorie.
Rachel Portman dimostra di saper gestire bene questo genere scrivendo musica godibile, piacevole e carica d’identità, e l’edizione Varese Sarabande, contenente poco meno di mezz’ora di musica estratta dalla colonna sonora del film, nel complesso risulta essere più che sufficiente per un apprezzamento appagante.

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