Calibro 35

Cover Calibro 35Calibro 35/AA.VV.
Calibro 35 (2008)
Cinedelic Records CNCD14
14 brani – Durata: 49’43’’

Prodotto da Tommaso Colliva e distribuito dalla Cinedelic Records, è uscito nel corso del 2008 “Calibro 35”, primo progetto musicale dell’omonima band, che si diverte a reinterpretare le colonne sonore dei mitici film poliziotteschi italiani degli anni ‘70, composta da Enrico Gabrielli alle tastiere e ai fiati, Massimo Martellotta alle chitarre, Fabio Rondanini alla batteria e alle percussioni e Luca Cavina al basso, tutti “session man” che hanno collaborato con artisti e gruppi famosi nel panorama musicale nazionale.

In questo album, sostenuto da una tecnica esecutiva eccelsa e da suoni che miscelano perfettamente il vecchio con il nuovo, l’ensemble sfodera proprie interpretazioni di quattordici brani, esemplari nel loro equilibrio, con la perfetta alternanza tra titoli universalmente noti come Italia a mano armata di Franco Micalizzi, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, “Trafelato”, “Una Stanza Vuota” di Ennio Morricone, il “Preludio” da Milano Calibro 9, che a suo tempo fu musicato dagli Osanna, “Summertime Killer” di Luis Bacalov, ripresa da Tarantino in Kill Bill Vol. 2 e tracce poco conosciute, come la rarissima La mala ordina di Armando Trovajoli, i cui nastri originali sono andati irrimediabilmente perduti decenni fa.
Completano la tracklist di questo splendido disco, un misto di progressive, funk e soul adrenalinico con sfumature, deviazioni e dissonanze estremamente attuali, due ottime composizioni inedite, “Notte in Bovisa” e “La Polizia s’incazza”, in cui questo gruppo emerge in tutta la sua bravura diventando lo specchio di quello che sarebbe oggi il sound del filone del poliziottesco alla Maurizio Merli o del thriller alla Dario Argento.
Conclude questo CD una versione molto bella de “L’appuntamento”, brano che accompagna uno spietato Alain Delon nelle scene di Tony Arzenta, nella quale la voce di Roberto Dell’Era, cantante degli Afterhours, senza far rimpiangere l’originale, sostituisce quella di Ornella Vanoni.
L’unico rischio in cui può incorrere quest’opera, molto valida sotto numerosi punti di vista, è quello di scontentare i fan, puristi nei confronti delle versioni originali di queste colonne sonore e di non riuscire a raggiungere un pubblico nuovo, dai gusti troppo lontani dai suoni vintage, come in passato è accaduto ai Fantomas di Mike Patton, scivolati sul pur interessante “Director’s cut”, o allo sfortunato Easy Tempo Experience.
Alla luce di quanto scritto, quindi, è bene augurarsi che questo gruppo si discosti un po’ dalle colonne sonore proponendo composizioni originali che sicuramente avranno più presa sugli appassionati di musica.

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