Magnolia (Song Album)

Cover MagnoliaAimee Mann/AA.VV.
Magnolia (id., 1999)
Reprise Records 9362-47638-2
12 brani – durata: 47’14”

Nove storie si intrecciano sotto il cielo di Los Angeles. Nove storie di solitudine, di rapporti non risolti tra padri e figli, in cui i padri hanno un passato che non può chiudere con loro e i figli sono le vittime delle colpe che i padri hanno commesso. La colonna sonora di Magnolia, opera terza di Paul Thomas Anderson, è di Aimee Mann, una brava cantautrice americana le cui inclinazioni musicali hanno forti radici nel folk più classico. Paul Thomas Anderson, come si può leggere nel booklet interno del CD, racconta di come fosse un fan della cantautrice prima ancora di esserne un amico: la musica di Aimee Mann (la partitura originale è di Jon Brion, presente nel CD con un solo pezzo “Magnolia”) ha infatti accompagnato tutto il processo di scrittura della sceneggiatura di Magnolia. Nell’album ben nove brani su dodici sono della cantautrice. Si provi a sentire il momento in cui le canzoni si inseriscono nel tessuto narrativo. Ad aprire l’album (e il film) c’è “One”. Il testo dice: “One is the loneliest number that you’ll ever do”. Quale migliore introduzione per una storia che sta per raccontarci la condizione di solitudine e disperazione dei personaggi di una megalopoli come Los Angeles? Il pezzo, in realtà, non è stato scritto dalla Mann (appartiene a Harry Nilsson) ma la sua interpretazione e gli arrangiamenti sono l’ideale per creare quell’attesa necessaria, quella piccola sospensione del racconto prima della sua partenza, che ogni buona storia per immagini sa utilizzare.
Uno dei motori portanti del film è il ruolo del passato sul presente e “Momentum”, secondo track della OST, riporta perfettamente alle immagini di cui è sottofondo: l’incontro tra un buon poliziotto e una ragazza (Claudia) che non riesce a superare un trauma subito da piccola. Ecco allora che il testo della canzone e la ritmica impulsiva sono eco dello stato d’animo della giovane: “I’ve allowed my fears to get larger than life”. Paul Thomas Anderson ha ammesso che la storia di Claudia è stata la prima ad esser scritta, quella da cui sono nate le altre otto del film. La prova sta proprio in una delle successive canzoni della colonna sonora, “Deathly”. La giovane protagonista dice al suo nuovo amico, il poliziotto, durante un appuntamento: “Now that I’ve met you, would you object to never see me again?”. E’ lo stesso modo in cui comincia il pezzo in questione. Il regista ha usato questa frase per far partire la sceneggiatura. Ma la collaborazione della coppia regista-cantautrice si spinge oltre con “Wise Up”. E’ questo il brano più noto del film, quello che tutti i protagonisti, come in un musical, o meglio sarebbe dire come in un coro greco, intonano, rendendo nota la loro morale. Un’altra delicata ballata folk-pop che ci ricorda che c’è un sentimento che non si fermerà finché non si sarà imparata la lezione: “It’s not going to stop – until you wise up”. I personaggi saranno salvi solo dopo aver chiesto perdono per le loro colpe. Conosciuto e orecchiabile è il brano che chiude il film: “Save me” in cui un leggero accompagnamento di chitarra si accorda al sorriso consolatorio di Claudia (ultima inquadratura), salvata dal buon poliziotto.
Da non dimenticare i due pezzi dei Supertramp (gruppo cult del pop britannico degli anni ’70 e ’80) “Goodbye Stranger” (1979) e “Logical Song” (1979). Eclatante il modo in cui il testo di quest’ultimo si accorda con un altro dei leit-motiv della pellicola, quello dell’innocenza perduta a causa delle colpe dei genitori sui figli: “When I was young It seemed that my life was wonderful, a miracle”. Una colonna sonora encomiabile in cui musica e testi rafforzano il tono disincantato e realistico della storia intrecciandosi ad essa.

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