Dick Tracy

cover dick tracy expandedDanny Elfman
Dick Tracy (Id., 1990)
Intrada Special Collection Volume ISC 363
CD 1: 37 brani – Durata: 57’ 35’’
CD 2: 42 brani – Durata: 46’ 22’’

Recentemente Justice League ci ha ricordato l’affinità del talento musicale di Danny Elfman col mondo dei fumetti, ma circa un anno prima l’edizione Intrada della score del 1990 per Dick Tracy di Warren Beatty (con quest’ultimo nella parte del detective protagonista e Al Pacino in quella del villain) ha riportato alla luce in versione completa una delle sue fatiche migliori nel genere.

Dick Tracy è un commento d’azione per grande orchestra concepito nel solco del capolavoro per il primo Batman burtoniano: è percorso come quello da uno spirito insieme brutale e autoironico, tanto romantico quanto scabroso e demistificatorio, ma se ne discosta per almeno due caratteri, ovvero il gusto retrò – naturale conseguenza dell’ambientazione anni trenta in cui è calato il personaggio nato dalla penna di Chester Gould –, evidente nei brani jazz e nel tema dedicato al personaggio di Tess Trueheart, fidanzata dell’eroe, e poi un’ironia più accentuata, certo ispirata all’umorismo nero e al senso del grottesco del sottovalutato cinecomic di Beatty. Invitato a nozze, Elfman tira fuori una partitura che lo conferma maestro insuperabile di una action music maestosa e allo stesso tempo nevrotica, dominata da tonalità minori e reminiscenze herrmanniane. Merito anche della straordinaria direzione della specialista Shirley Walker (indicata in “Boiler Go Boom!” e “Peach Juice II [alternate]” anche come co-compositrice), la compagine orchestrale si immortala in un’esecuzione da manuale che in questa edizione estesa brilla ancor più che in quella Warner del 1990; la scaletta di quest’ultimo album, su richiesta dello stesso Elfman, è stata inserita in apertura dell’edizione in esame, che dunque presenta l’intera colonna sonora – e una manciata di materiale rimasto inutilizzato nella pellicola – a partire dalla traccia 17 del primo disco.
“Main Title – Part I” e “Main Title – Part II” introducono il percussivo e saettante tema per il protagonista – su un ritmo di marcia e terzinati alla Batman, poi molto importanti nei brani d’azione –, che svetta agli ottoni come nella migliore tradizione supereroistica, e poi quello gershwiniano per Tess, romantico e appassionato;  i successivi “Flattop’s Entrance” e “Lips Gets Nailed” sono altri apici di impareggiabile costruzione timbrica: soprattutto l’ultimo, in cui cellule provenienti dal materiale tematico principale emergono, con forza brillante e sinistra, da un lancinante ordito ritmico di percussioni, ribattuti di trombe e incisi staccati degli archi. Questo sound palpitante e dark permea anche “Meet Big Boy”, regolare e implacabile, e le più caotiche “And They’re Off” e “Lips Gets a Bath”, che raggiungono vertici di cartoonesca efficacia nel “botta e risposta” fra le sezioni orchestrali. Sempre nel primo disco esordisce il tema per la dark lady interpretata da Madonna (in “Breathless Comes On”), struggente nella sua scrittura per soli archi, indeciso e in contrasto con quello sgargiante di Tess, a cui è avvicinato non solo dalla linea drammatica del film ma anche da una poetica musicale in cui esuberanza e abbattimento, distacco ironico e partecipazione emotiva si susseguono e si compenetrano vertiginosamente. E’ questo il carattere della score che ancora oggi colpisce di più, perché se le abilità nell’azione (il tema principale agli ottoni fra svolazzi orchestrali di ogni genere in quasi ogni traccia che comprende la parola “Rescue” nel titolo) e nel thriller venato di umorismo (il pianoforte usato in maniera percussiva di “Tracy Spies”) non sono una novità dopo Batman, il materiale ideato per le figure femminili vibra per la prima volta di un lirismo che tornerà così penetrante solo nel secondo Batman e in Mission: Impossible.
Altri vertici di scrittura cupa e movimentata sono invece “Tracy Finds Tess [A/B]”, “Tracy Finds Tess [A/B/C]” e poi naturalmente tutte le pagine d’azione del secondo disco;  i memorabili “Kid Montage” e “Crime Spree Montage”, per orchestra jazz, sono la ciliegina sulla torta, mentre dominano l’ultima parte della score i brani “d’amore” relativi a Tess (indimenticabile l’incipit di “Finale”, che cattura il primo piano dell’attrice con grande potenza immaginifica) e alla Breathless Mohoney di Madonna, personaggio maledetto cui sono dedicate “Breatless I” e “Breathless II”, che chiudono significativamente il lavoro di un compositore che ha sempre prediletto il lato oscuro, almeno in musica, in tutte le sue forme.

Stampa