Deadpool 2

Tyler Bates
Deadpool 2 (Id., 2018)
Original Motion Picture Score
Sony Classical
22 brani – Durata: 37’02’’

AA.VV./Tyler Bates
Deadpool 2 (Id., 2018)
Original Motion Picture Soundtrack
Columbia Records
1 brano di commento + 11 canzoni – Durata: 43’54’’

Se si viene dall’ascolto di Avengers: Infinity War o Justice League, vere summe del superomismo cine-musicale, si può rimanere storditi da una score come Deadpool 2 di Tyler Bates, infarcita di banali espedienti dell’action-music. Per questo secondo capitolo delle avventure del supereroe dei fumetti Marvel Deadpool – la cui comicità demenziale potrebbe rappresentare per il cinema supereroistico ciò che i vari Trinità e Provvidenza sono stati per il western italiano – il musicista scandaglia una compagine techno-sinfonica e una scrittura talvolta fortemente dominata da stilemi della musica rock, riscontrabili soprattutto nell’utilizzo di batteria e chitarra elettrica e nella presenza di veri e propri “riff” affidati agli archi. Tutto ciò in vista di una funzionalità nuda e cruda, adempiuta peraltro con successo da una ritmica insieme convulsa e implacabile di cui il compositore aveva già dato prova nella serie di John Wick, e a cui poco giovano le entrate del coro in modalità “Carmina Burana”, che hanno il solo pregio di farsi portavoce di un’ironia fondamentale per differenziare la score da tante altre dello stesso genere, in primis da quella di Junkie XL per il primo episodio.

I titoli di alcune tracce, da “Holy S*** Balls” a “You Can’t Stop This Mother F*****” fino a “Courage Mother F*****” (dove è il coro a pronunciare i volgari testi), denotano da soli che l’umorismo non va per il sottile, prima ancora che l’ascolto del tema presentato in “X-Men Arrive” e del coro misto di “Fighting Dirty” (arricchito da un soprano alla The Ninth Gate) – entrambi parodicamente sopra le righe – lo confermi definitivamente, facendo quasi rimpiangere il Mothersbaugh di Thor: Ragnarok. Certo, una traccia come “Mutant Convoy” – non a caso l’unica presente anche nell’album delle canzoni – dimostra come questo musicista sia capace, quando vuole, di dare un senso stringente alle sue creazioni: abbondano in questo brano movenze dance ma anche fraseggi tensivi agli archi e raffiche di ottoni e percussioni capaci di restituire compattezza e intensità action ad un discorso musicale per il resto troppo dispersivo; e anche nella rocambolesca “Escape” si rilevano spunti interessanti (i movimenti alla 007, i glissandi e i terzinati elfmaniani degli ottoni); ma il resto è pura routine (le atmosfere ostili di “The Orphanage”, la polarizzazione di toni gravi e acuti di “Cable Flashback”), specialmente nei frangenti sentimentali (il piano e gli archi su sfondo di tastiere in “Vanessa”, dove si riscontra solo un efficace scontro di semitono), e rimane da rilevare piuttosto una finezza che si può notare esclusivamente alla visione del film: in una scena drammatica viene montata la musica composta da Marco Beltrami per alcune delle parti più toccanti di Logan, altro cinecomic Marvel dedicato a un personaggio – Wolverine – che lo sboccato eroe Deadpool si diverte particolarmente a prendere in giro. È l’ennesimo sberleffo di un film che, sebbene seriale e futile come molti dei prodotti che dileggia, meritava certo un commento musicale più provocatoriamente incontrollato e capace di rispecchiare la schizofrenia fumettistica cui il progetto cinematografico almeno ambiva. Così, invece, ci resta un album che rispetto al film mostra solo una dote in più: la brevità.
Il patchwork presente nel “song album” ha una funzione drammaturgica che mostra molti punti in comune con quella della score: anche qui l’intento è prevalentemente umoristico, ma è volto soprattutto a sottolineare la parodia, operata nella pellicola, dell’amicizia virile, attraverso l’inserimento mirato di molti brani dal carattere sentimentale, da “Ashes” di Céline Dion a “We Belong [Single Version]” di Pat Benatar, passando per “If I Could Turn Back Time” di Cher e “All Out of Love” degli Air Supply, per arrivare alla celeberrima “Tomorrow” tratta dal musical “Annie”. Un accostamento di Pop, Soft Rock e musical di Broadway non è esattamente ciò che ci si aspetta dalla colonna sonora di questo trionfo di violenza verbale e fisica, e se si cerca un ricordo più fedele delle atmosfere del film, si consiglia di saltare fino alle due tracce conclusive (la già citata “Mutant Convoy”, già apice dello “score album”, e Bangrang”, movimentato brano dubstep di Skrillex) o di tornare direttamente alle costruzioni folli – ma non troppo – del primo album. E a proposito di quest’ultimo, va ribadito che davanti all’irriverenza del film si sarebbe potuto fare sicuramente qualcosa di più che infarcire gli interventi corali di parolacce…    

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