Morricone, Piovani, Rota - Cinema per archi

cover cinema per archiEnnio Morricone, Nicola Piovani, Nino Rota
Morricone, Piovani, Rota - Cinema per archi (2017)
Luigi Piovano – Archi di Santa Cecilia
Arcana ASC A440
14 brani – durata: 72’44”

La bellezza della Musica sta nel suo possedere mille sfaccettature oltre la sua forma primaria originale. Una melodia o un tema può essere alterato in altre molteplici configurazioni sonore, soprattutto quando questa/o posseggono peculiarità geniali da divenire dei leitmotiv senza tempo e appartenenza.
I tre Premi Oscar, Ennio Morricone, Nicola Piovani e Nino Rota, che il violoncellista e direttore d’orchestra Luigi Piovano ha deciso di omaggiare e rieseguire in questo CD, con il solo ausilio degli archi della storica e rinomata orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma (produttrice del seguente album insieme alla Outhere Music France), rappresentano proprio ciò che ho espresso in apertura a questa recensione: le loro musiche, seppur perfette nella loro originaria forma compositiva ed esecutiva, possono essere soggette a reinterpretazioni di alto livello e qualità, quando dietro esse vi sono performance che dichiarano il loro rispetto formale ma andando oltre l’iniziale struttura, mutandola in qualcosa di altrettanto straordinario e coinvolgente.

Ed è esattamente il caso di questo CD dal titolo esemplificativo, “Morricone, Piovani, Rota - Cinema per archi” nel quale i tre grandi compositori, in particolar modo noti a livello mondiale per le loro celebrate colonne sonore, vengono analizzati ed eseguiti dai pregevoli Maestri della sezione d’archi di Santa Cecilia, approcciando non soltanto alcune famose musiche per film ma anche composizioni extracinematografiche di rilevante fattura.
La compilazione dell’album vede la presenza di sette brani di Nino Rota, quattro pezzi di Ennio Morricone e tre tracce di Nicola Piovani, tutti eseguiti da una compagine formata da quattordici violini, quattro viole, tre violoncelli, due contrabbassi, un’arpa, timpani, percussioni e una celesta sotto la direzione di Piovano che suona le parti da solista del violoncello: alcuni brani sono proprio dedicati dai compositori come prima registrazione e arrangiamento al Direttore succitato e agli Archi di Santa Cecilia.  
Il libretto del CD riporta in tre lingue (inglese, francese e italiano) una dettagliata e dotta spiegazione dei pezzi eseguiti e un’interessante intervista doppia a Morricone e Piovani, entrambe a cura del critico Giovanni D’Alò. Cito questo passaggio espresso da Piovani che rende ancora più chiara la motivazione di questo capolavoro di CD: “Alcune di queste partiture, se ascoltate guardando [in questo caso ascoltando] gli esecutori anziché la sequenza dei fotogrammi, ci guadagnano, mostrano delle bellezze nascoste, anche richiamando alla memoria l’emozione del film per cui sono nate”.
Insomma questo album che dopo un primo ascolto, si desidera emozionalmente riascoltare subito, è di quei prodotti musicali che si devono comprare ad occhi chiusi, non solo perché attirati dai tre nomi altisonanti in copertina ma perché le eccellenze che li interpretano ne danno ancora più lustro facendoci scoprire ciò che argomentavo inizialmente: la scoperta che alcuni brani noti possono divenire ‘altro’ in mani esecutive preziose, sorgendo a nuova luce!
Proseguo, non seguendo la cronologia delle tracce e dei compositori presi in esame, trascinato dall’emozionalità di alcuni brani più di altri (tutti in ogni caso eccelsi o per la prima volta presenti su disco): l’accorata versione del tema principale dello sceneggiato del 1974, Mosè, eseguita dal violoncello solista di Piovano sulla base dell’arrangiamento scritto da Morricone stesso per il talento immenso del violoncellista Yo-Yo Ma anni addietro, è qualcosa di indescrivibile per quanto induce alla commozione ascolto dopo ascolto e all’interiorizzazione di quel mistero che è la Musica; la rapsodia di 22’42” de “Il canto dei neutrini” scritta da Piovani per i virtuosismi di Piovano al violoncello solo, qui accompagnato, oltre dagli archi, da percussioni, arpa e celesta, in una sarabanda musicale in un unico movimento diviso in tre parti, in cui lo stile del Maestro premio Oscar per La vita è bella si diffonde come le particelle subatomiche del titolo del brano, tra bizzarrie shostakovichiane (citato palesemente nell’incipit del pezzo), sognanti risonanze felliniane, delicate armonie popolari e ritmi di tango inebrianti; il valzer lento, dolcemente trasognante, arrangiato da Guido Ricci, del leitmotiv cult da Amarcord di Rota che chiude misteriosamente sospeso; l’incantevole performance degli archi in una galoppata divertita che sfocia teneramente nella malinconia sorridente di Gelsomina (Giulietta Masina) sono i cardini tematici de La strada di Rota; l’andamento gioioso e colmo di pathos del tema de La vita è bella, abbinato all’appassionato afflato elegiaco di “Buongiorno Principessa” dal medesimo film, sono una dichiarazione d’amore per questi due temi di Piovani;  “Arcate di archi. Meditazione in Re maggiore” di Morricone tra ‘piano’ e ‘pianissimo’ degli archi è un paesaggio architettonico sonoro empirico e rassicurante che a tratti ipnotizza le sinapsi.  Ribadisco che tutte le tracce sono una chicca assoluta, pur non avendole descritte in toto, e questo album conferma l’importanza della riesecuzione e riarrangiamento di alcune melodie e composizioni, perché così facendo si arricchisce il repertorio di un autore e si delizia l’ascoltatore con nuove vesti sonore considerevoli da ogni punto di vista.                    

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