Spider-Man: Homecoming

cover spiderman homecomingMichael Giacchino
Spider-Man: Homecoming (Id., 2017)
Sony Classical 88985450502
22 brani – Durata: 66'39''


 
Il 6 novembre 2016 Michael Giacchino annunciò sul suo profilo instagram (confermando i rumour delle settimane precedenti con un sintetico ‘It’s true’) che avrebbe composto le musiche del film Spider-Man: Homecoming diretto da Jon Watts.
Giacchino non è nuovo nel panorama delle soundtrack dei film supereroistici (Gli Incredibili, Sky High), e il suo precedente lavoro su Doctor Strange sembra essere il suo biglietto d’ingresso nei Marvel Studios, che ultimamente sembra stiano cercando di “rinfrescare” il reparto musicale delle proprie produzioni.

Il compositore deve però confrontarsi con un mondo sonoro già esistente, quello che viene chiamato da alcuni il “Marvel Symphonic Universe” (che di sinfonico ha in realtà molto poco), del quale è ormai chiaro il problema principale: la mancanza di una continuità di temi e leitmotiv - fatta eccezione per il tema degli Avengers di Alan Silvestri - nel progredire dei film.
E non solo, sulle spalle del compositore grava anche l’eredità delle antece-denti colonne sonore firmate da Danny Elfman (Spider-Man, Spider-Man 2), Christopher Young (Spider-Man 3), James Horner (The Amazing Spider-Man) e Hans Zimmer (The Amazing Spider-Man 2).
A fronte di tutto ciò, Giacchino combatte il fuoco con il fuoco: decide di includere il passato (forse anche troppo remoto) nella sua colonna sonora, rielaborando l’iconico leitmotiv della serie TV degli anni ‘60 in chiave or-chestrale, come sfondo musicale del logo dei Marvel Studios in apertura del film. Con questa citazione, sembra quasi legittimarsi musicalmente in questo minestrone riscaldato di trasposizioni cinematografiche dedicate all’arrampicamuri di quartiere.
Giacchino già dai primi secondi del brano “The World is Changing”, dona un commento principalmente melodico, come da prassi per il suo stile, quasi ad ogni cosa e personaggio che vede sullo schermo: prima una tromba è impiegata in un breve richiamo al tema degli Avengers di Silvestri, poi il compositore lascia continuare gli archi da soli per introdurre il tema di Adrian Toomes (Michael Keaton) in maniera quasi cordiale e solare, come se il personaggio sia presentato da subito come un buono. Il resto del brano mostra l’evoluzione di questa melodia, trasformandola a poco a poco in un tema da villain da manuale, con tutti gli ottoni insieme che lo suonano in modo quasi minaccioso. Il compositore italo-americano cerca di dare un’aria giovanile al personaggio di Peter Parker (Tom Holland) introducendolo con un ritmo rock (“Academic Decommitment”), su cui si alternano e si fondono elementi sinfonici e suoni anni ‘80, forse in maniera troppo forzata per dare quell’idea di gioventù al personaggio, a cui ormai però la musica di quel tempo non appartiene più. L’approccio delle tracce d’azione è senza dubbio vicino alla scrittura di John Williams, in cui predominano trombe e tromboni squillanti (“High Test Heich”, “Drag Racing – An Old Van Rundown”), ma prendendo anche in prestito lo stile di John Barry per le scene che richiedono un commento da spy-music (“Webbed Surveillance”). La maggior parte della musica composta da Giacchino si dimostra quasi giocosa, tranne che in pochi momenti drammatici o di tensione (“Monumental Meltdown”, “Ferry Dust Up”). Seppure riesca bene ad imitare il suono caratteristico di Williams, forse grazie anche alla recente esperienza su Rogue One, Giacchino non riesce ad evadere dai ritmi che egli stesso si crea, incastrandosi inevitabilmente nella sua stessa ragnatela: sembra quasi che senza il ritmo imperativo delle percussioni, tutti gli altri strumenti non riescano a vivere di vita propria. Se lo scopo di Giacchino è quello di avvicinarsi sempre di più a Williams, forse dimentica che il grande compositore usa le percussioni come supporto e non come guida al resto dell’orchestrazione. Ma potrebbe sempre trattarsi di una scelta personale, anche se il risultato è quello di un monotono ripetersi della stessa melodia per tutto un intero brano. I momenti più tranquilli e sentiti della score sono i punti di forza di Giacchino, che trova un tema anche alla ragazza per cui il protagonista ha una cotta, Liz (Laura Harrier), che individua nella suite finale (“Spider-Man: Homecoming Suite”) e in altri momenti della colonna sonora. Scrive un nuovo tema anche per Iron Man, alias Tony Stark (Robert Downey J.), che in “A Stark Contrast” sembra riportare il compositore di Up ad alcuni momenti delle sue musiche per Gli Incredibili. Stavolta Iron Man ha un tema riconoscibile e azzeccato, ma rimane comunque il fatto che ora il personaggio ha più temi musicali che armature, dopo tutti i film in cui è apparso. In conclusione, Michael Giacchino nonostante tutto è riuscito a mettere su un commento musicale nella norma, senza mai uscire dalle righe e facendo il suo dovere. Ha sicuramente scritto una delle migliori soundtrack in questi ultimi anni per un film di supereroi, paragonandola al resto degli album del “Marvel Cinematic Universe”. Manca forse la creatività e la libertà che lo aveva consacrato come compositore fra i più amati, con film come il succitato Up e Ratatouille.

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