Shared Souls – Movie Soundtracks From Classic To Jazz

cover shared soulsFrancesca Badalini & Antonio Zambrini/AA.VV.
Shared Souls – Movie Soundtracks From Classic To Jazz (2017)
Da Vinci Classics C00083
21 brani – Durata: 79’00”

‘Anime condivise’ (Shared Souls) quelle della compositrice e pianista Francesca Badalini e del pianista jazz, flautista e compositore Antonio Zambrini che si riuniscono in questo pregevole CD dell’etichetta Da Vinci Classics che racchiude le loro composizioni originali, più alcuni riarrangiamenti di pezzi noti, per film, documentari e cortometraggi muti della Fondazione Cineteca Italiana di Milano. L’archivio storico dei Film di Fondazione Cineteca Italiana è il primo fondato in Italia nel 1947 e conta 35.000 pellicole cinematografiche.

Quindi di roba da rimusicare ce n’è, eccome! Battuta a parte, questo album è una vera chicca, soprattutto nello scoprire il talento, per chi già non conosce i due compositori e le loro realizzazioni sonore, della Badalini (una delle poche donne compositrici di musica per immagini nel nostro Paese) e di Zambrini: due anime in condivisione seppur distanti musicalmente, perché la Badalini possiede un’impronta classica e minimalista (tra Nyman e Glass) e Zambrini una vena jazzistica marcata e preponderante che ravvicinate in questa raccolta di loro ammirevoli composizioni si mescolano, convivono, si rubano e giocano per creare un ascolto piacevole, brillante, malinconico e delicato ricco di suggestioni ed emozioni. D’altronde il sottotitolo del CD, ‘Colonne sonore filmiche dal classico al jazz’ la dice lunga sull’eterogeneità dell’album in questione! Settantanove minuti in cui sentirsi trasportati da una musicalità che rimanda inevitabilmente ad immagini delle più svariate, iconiche e mnemoniche. La sezione ‘From Classic…’ della Badalini vede un ensemble di violini, piano, clarinetto, chitarra elettrica, basso, flauti, percussioni, violoncelli, viola e fisarmonica, invece quella ‘…To Jazz’ di Zambrini, piano, batteria e contrabbasso. Il primo brano, “Mimì” composto dal contrabbassista Paolino Dalla Porta per il film drammatico, con Claudio Amendola, Domenica (2001) di Wilma Labate, è puro jazz partenopeo con il contrabbasso che sottolinea il bel tema malinconico eseguito dal piano sulle ritmiche delicate della batteria, con giochi di contrappunto virtuosistico tra i tre strumenti: una danza appassionata tra le pieghe dell’anima sconvolta della giovane protagonista violentata, Domenica. “Lanterne magiche” della Badalini è un brano danzante alla Yann Tiersen per piano, violini, viola, flauti, dall’andatura armoniosamente briosa dapprima per poi divenire quietamente brillante, ispirato dalla bellezza della Settima Arte. “Racconto d’Autunno” sempre della Badalini, dedicato a Gianni Comencini (come tutto il CD), fratello di Luigi Comencini, scomparso nel 2005 ed ex presidente della Cineteca Italiana e Matteo Pavesi, Direttore Generale della Fondazione Cineteca Italiana, per piano dolcemente rilassante che accenna un tema alla Michael Nyman, supportato dai violini, dal flauto e dal violoncello in controcanto che rendono ancora più commovente questo pezzo: un ricordo vivido che quieta il cuore! Zambrini con il suo “Addio” girovaga di notte per le strade di una città sonnolenta che desidera turbare con i suoi sommovimenti jazzati altalenanti. Con “Cinemobile” della Francesca Badalini si omaggia il camion Fiat 618 del 1936 attrezzato per la proiezione all’aperto di pellicole cinematografiche, consegnato dalla Regione Lombardia al C.M.A.E. e alla Fondazione Cineteca italiana di Milano. Una traccia gaiamente saltellante tra Carlo Rustichelli e Fiorenzo Carpi, per piano, clarinetto e violini pizzicati che verrebbe voglia di ascoltare e riascoltare all’infinito. “Verso sera” della Badalini è un leitmotiv melodrammatico etereo per piano, viola e clarinetto che commenta il film muto del 1923, I promessi sposi manzoniani, diretto da Mario Bonnard. Zambrini trasfigura jazzisticamente e magistralmente uno dei più bei temi-canzone della storia del musical classico, “Pure Imagination”, arrangiato qui da Paolino Dalla Porta e scritto da Leslie Bricusse e Anthony Newley (non Newlay come riportato nel CD) per il film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato con Gene Wilder del 1971. “Il sogno di Federico” e “A Roma” sempre della Badalini sono due estratti dalla colonna sonora per il docu-fiction Il sogno di Federico di Paolo Lipari, con un tema pianistico nymaniano (Lezioni di piano deve aver molto segnato la compositrice!) che il violino con il suo controcanto rende ancora più leggero. Dai tratti drammatici intensi che nel secondo brano divengono sbarazzini e quasi puntillinistici. Dedicato a Gianni Comencini e a Federico Fellini il tema rotiano jazz (come prescinderne!) “Natale a Rimini” di Zambrini. “Mother and Daughter” vede la figlia di sei anni, Silvia, della Badalini improvvisare al piano con la madre questo pezzo che lei trascrive e rende il brano che potete ascoltare nell’album in questione, un tema astratto delicatissimo che commuove tanto (ancor di più se il tema viene ascoltato dal vivo eseguito a quattro mani da madre e figlia in concerto come mi è capitato durante la bella presentazione di questo CD allo Spazio Oberdan di Milano). “Swing Habit” per piano e clarinetto tocca le corde più emotive con un leitmotiv teneramente aereo. “Nonsense Song” di L. Daniderff è una digressione pianistica folle di “Je cherche après Titine” (nota anche coi titoli “Nonsense Song” e “Titine”), canzone che Charlie Chaplin usò nel film Tempi moderni (1936). La versione italiana è intitolata “Io cerco la Titina” e fu tradotta negli anni venti da Guido di Napoli. “The Bridge” della Badalini per il corto documentaristico di Joris Ivens, De brug del 1928, è un meraviglioso tema per piano, viola, violini, effetti synth simil theremin, che profuma di elfmanismi burtoniani fiabeschi. “Comencini” di Zambrini è dedicato ovviamente al succitato Gianni Comencini, padre fondatore della Cineteca nel 1947, con un tema jazz garbato ed elegante. “Forbidden Colours” tratto dal film Furyo (Merry Christmas, Mister Lawrence, 1983), canzone del musicista inglese David Sylvian e del compositore giapponese Ryūichi Sakamoto, qui eseguita degnamente dalla Badalini al piano con strumento etnico percussivo in sottofondo e contrabbasso in contrappunto, si trasforma nella seconda parte nel tema dei titoli di coda di Blade Runner di Vangelis per effetti synth, batteria e chitarra elettrica scatenati. “Improvviso” di Zambrini è una bella improvvisazione soft jazz sperimentale per il trio piano, contrabbasso e batteria, usato per alcuni spezzoni di film muti o corti. “La madre e la morte” è il tema dell’omonimo corto del 1911 di Arrigo Frusta composto dalla Badalini su impressioni atmosferiche addolorate e orrori fiche, col pianoforte in primo piano e suoni elettronici angoscianti. “How Deep Is The Ocean” chiude i pezzi di Zambrini con il contrabbasso che canta un tema swingante che il piano e la batteria sorreggono in un andirivieni jazzato caldamente avvolgente. La Badalini si congeda nell’album con l’ondulato e gocciolante “Titoli di coda”, quale migliore chiusura di una raccolta di composizioni dedicate al Cinema e alla grande Arte del musicare immagini in movimento di qualsiasi tipo e narrazione. Si chiude il CD con un estratto della musica originale di Eric Satie, eseguita a quattro mani da Zambrini e Badalini al pianoforte, più al flauto traverso sempre Zambrini, per il folle ed estenuante mediometraggio Entr’act, film del regista francese René Clair del 1924, considerato il manifesto del cinema dadaista ed una delle opere più significative delle avanguardie francesi nel cinema: una traccia di puro astrattismo musicale giocata anch’essa sulla sconclusionata mescolanza di fortissimi e pianissimi, ondivaghi sobbalzi e fintamente tenue sottigliezze pianistiche.  

Stampa