Il colore nascosto delle cose

cover il colore nascosto delle coseGianluigi Carlone
Il colore nascosto delle cose (2017)
Universal Music Publishing Ricordi srl / Lumière & Co.
11 brani – Durata: 28’23”



La Banda Osiris è un gruppo italiano fuori dagli schemi e geniale di musicisti comici-ambulanti che mischiano i generi musicali con grande efficacia e divertimento, fondato a Vercelli nel 1980 dai fratelli Gianluigi e Roberto Carlone e da Giancarlo Macrì e Mario Sgotto, i quali hanno realizzato diverse colonne sonore per il Cinema (Primo amore, L’imbalsamatore, Qualunquemente, A casa nostra, Il comandante e la cicogna), lavorando con registi importanti come Matteo Garrone, Giulio Manfredonia, Francesca Comencini e Silvio Soldini. Proprio con Soldini, uno dei membri della Banda Osiris in solitaria, Gianluigi Carlone, ha scritto la OST del suo ultimo film con Valeria Golino e Adriano Giannini protagonisti, Il colore nascosto delle cose, pubblicata soltanto in formato digitale dalla Universal.

Carlone (da poco intervistato sul sito), con il quale avemmo il piacere di scambiare due chiacchiere nella vecchia redazione della nostra storica rivista cartacea bimestrale (ecco link al pdf con intervista gratuita da scaricare: http://www.colonnesonore.net/images/stories/pdf/cs05web.pdf), ha composto una score che sin dal primo brano, “Altrove”, traccia indelebilmente il mood sonoro dell’intera soundtrack: un violoncello, percussioni, arpa, chitarre e synth che creano una suggestione astratta, antica e ricca di nostalgiche rimembranze. “Emma” dona al violoncello la parte solista e una parvenza di tema malinconico e lieve che come una foglia autunnale vola via leggero. “Altrove – risveglio” ritrova l’incipit iniziale con il violoncello pizzicato su gocciolii sintetici e un piano lontano lontano, molto atmosferico. “Emma – aspettando Nadia” rivede il violoncello interprete che sussurra un tema delicato che respira piano piano e su suoni eterei si conclude quasi sospeso. “Emma - Nel bosco con Teo” ci rimostra il tema accennato della Golino che insegue Giannini tra pizzicati del violoncello, strumento basilare della partitura, e ondeggiamenti delle chitarre e battiti percussivi incessanti come un tempo che trascorre ma che vorrebbe essere fermato, come la traccia in questione che cammina frenetica e si stoppa di colpo. “L’amore il pomeriggio”, con il suo cardiaco incedere fragoroso tra melodismi fintamente tenui e il tema esploso in tutta la sua essenza disarmante, delinea ancora di più la trama del film di Soldini: Teo (Giannini) è un uomo che conduce una vita convulsa, lavora come creativo presso un’agenzia pubblicitaria e nella vita privata si sottrae ad ogni responsabilità con disparate conquiste femminili. Emma (Golino) è cieca dall’adolescenza, ma non si è fatta buttare a terra dal suo handicap e conduce una vita appagata lavorando come osteopata. L’incontro tra i due fa scoppiare una passione incredibile. Le loro vite completamente diverse e la maniera differente di scrutare il mondo li investiranno e li trasformeranno per sempre. “Vicolo cieco” centellina i suoni sintetici, insieme al violoncello che urla con le note più basse, come un sentimento talmente profondo che scoprirlo si rischierebbe di svelare qualcosa di celato a lungo e difficile da comprendere. “Altrove – la madre” con le chitarre che girovagano tra suoni synth incorporei e percussioni e tastiere alla Tangerine Dream da nenia fiabesca. “Vicolo cieco – Nadia” avvalora il melodismo della score con la sua ricerca del tragico attraverso il suono del violoncello. Il lungo pezzo “Il colore nascosto delle cose – Medley” finalmente da vigore al tema portante della colonna sonora che può esprimere tutta la sua carica melodrammatica e amabilmente desiderosa di rivincita sulle avversità dell’esistenza. “Vicolo cieco – versione alternativa” chiude l’album digitale in modo sconsolato e incredulo.          

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