Yeti - Il gigante del 20° secolo

Sante Maria Romitelli cover yeti
Yeti – Il gigante del 20° secolo
(1977)
Beat Records Company CDCR 71
9 brani (1 canzone e 8 di commento) – durata: 31’42”



La peculiarità di questo inguardabile Monster Movie all’italiana degli anni ’70, Yeti – Il gigante del 20° secolo, è di fregiarsi di una colonna sonora coi fiocchi, impensabile per un film di così scarsa fattura, che narra del leggendario Uomo delle Nevi e della sua “storia d’amore” (sullo stile di quella di King Kong!) con la giovane Antonella Interlenghi. Il compositore perugino che è stato chiamato a commentare le catastrofiche avventure dello Yeti in questione è Sante Maria Romitelli, che fin dalle prime note si muove lungo due linee musicali ben definite, una sinfonica e una funky-disco-lounge tipica delle partiture cinematografiche italiane degli anni Settanta. Fuor di dubbio che la parte migliore di questo CD sia quella sinfonica, affidata all’abile e folgorante esecuzione dell’Orchestra di Santa Cecilia che nei primi tre brani e nell’ultimo sfoggia un suono roboante e lieve allo stesso tempo.
Romitelli compone una OST davvero variegata che inizia brillantemente con “The Giant”, una parafrasi dei "Carmina Burana" di Carl Orff,  anche se priva di coro. Un’arpa e un tenue clarino introducono “Idyllic Largo”, che si apre successivamente in un crescendo orchestrale arioso, in un omaggio tanto a Puccini quanto alle colonne sonore di John Barry.
“Magic Epilogue” prende spunto dalla vigorosa magia sinfonica dei Pianeti di Holst per ricreare un’armonia ascendente di forte impatto sonoro. “Fugue in A Minor” è un pregevole brano che si rifà esplicitamente ai grandi compositori del Settecento. Si tratta sempre di omaggi intelligenti e mai di semplici plagi.
Ma Romitelli, anche cambiando registro musicale, lascia il segno: il rock pulsante anni ‘70 di “Yeti” cantato dagli Yetians (gruppo di turnisti ingaggiato appositamente per questa partitura!), il morbido esotismo lounge, con tanto di vocalizzo alla Dell’Orso, di “Dreaming of an Impossible Love”, il funky vibrante e palpitante di “Funky Disco Soul” e i restanti “Celestial Reverie” e “Magic in the Air” dal mieloso lirismo lounge.
Una bella colonna sonora, a dispetto del film dal quale prende le mosse.





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