Morte sospetta di una minorenne

cover morte sospetta minorenneLuciano Michelini
Morte sospetta di una minorenne (1975)
Digitmovies DGST017
24 brani – Durata: 46’ 04’’

Gli anni Settanta del cinema di genere italiano sono stati un ricco fenomeno che non può certo esaurirsi con superficiali rivalutazioni recenti. Bisognerebbe indagarne la struttura morfologica con strumenti di analisi chirurgica per scorgerne la grande complessità evolutiva e, per contesto, involutiva. Alla metà del decennio si assiste a un ripensamento strutturale che oggi farebbe scorgere anacronistici tentativi di postmodernismo, ma forse è meglio parlare di impellenti esigenze di mercato da parte di produttori ed esecutori.

Tra i registi più preparati tecnicamente e puntuali a inserirsi nelle maglie dei filoni contemporanei più in voga con opere importanti vi è sicuramente Sergio Martino, regista per tutte le stagioni e che ha già donato al nostro filone thriller e poliziesco titoli memorabili quali Lo strano vizio della signora Wardh (1970), Tutti i colori del buio (1972), Milano trema: la polizia vuole giustizia (1973), La polizia accusa, il servizio segreto uccide (1975). Con il giallo puro in netto calo di interesse e la nascita del fiorente filone urbano del cosiddetto “poliziottesco”, sceneggiatori e produttori ricercano nuove strade espressive, tentando combinazioni narrative a evitare il fisiologico e ciclico inaridimento. Partendo da un soggetto del fido Ernesto Gastaldi, Martino elabora una sceneggiatura che contamina le due correnti espressive succitate e numerose altre suggestioni da opere coeve. Una storia di omicidi, racket della prostituzione, indagini poliziesche e persino qualche sfumatura da commedia slapstick con scazzottate cartoonesche (si può trovare un corrispettivo realizzativo ad esempio nel “divertimento in due tempi” Colpo in canna di Fernando Di Leo, sempre del 1975). Ma l’anno di mezzo del decennio è anche quello dell’arrivo del capolavoro di Dario Argento, Profondo rosso, e del tentativo di rilancio del filone del thriller orrorifico. Se il film di Argento raggiunge agevolmente l’obiettivo, lo stesso non potrà dirsi dei nuovi epigoni. Ma la produzione del film di Martino fiuta l’affare e, non potendo modificare un plot ormai girato in concomitanza, impone perlomeno una colonna sonora che si rifaccia smaccatamente al modello argentiano. Profondo rosso, oltre a rappresentare una memorabile pietra angolare del giallo italiano,  ha significato rivoluzione nella soundtrack, con l’esplosione rock-elettronica dei Goblin e un tema che si è impresso nella memoria collettiva.
Viene chiamato ad assolvere il compito emulativo il maestro Luciano Michelini. Valente compositore e direttore d’orchestra, Michelini gravita in quegli anni nella produzione dei fratelli Martino e musicherà ben tre titoli contemporanei diretti da Sergio. A Morte sospetta vanno aggiunti infatti La città gioca d’azzardo e il succitato La polizia accusa. La Digitmovies ha tirato fuori dal proprio cilindro l’intero score micheliniano con un corposo CD di 24 brani, curato come di consueto dall’eminenza grigia Claudio Fuiano.
Scandita dal titolo del film a cui è aggiunto tra parentesi il sottotitolo che denota il momento specifico della narrazione, la tracklist scorre tra l’evidente citazione gobliniana e altri eclettici esperimenti sonori a scorgere il registro variegato dell’opera. Michelini, pur risultando esplicito il richiamo del tema argentiano, non si limita però a una volgare scopiazzatura e dispensa note piacevolissime anche al di fuori dell’aspetto filmico. Stilisticamente si può dividere l’opera in tre macro-registri sonori: thriller, “easy” e noir.
Si parte con i “Titoli di testa”, il brano “incriminato” gobliniano, con l’organo “alla Simonetti” che fissa un registro reiterato, accompagnato da basso e batteria e poi variato in pennellate bachiane affilate. Il brano ritorna nell’ascolto dell’album con numerose variazioni che nel lungometraggio commentano le incursioni di uno spietato killer (“Agguato e uccisione”; “Attimi di tensione”; “Assassinio nel buio”, con una soverchiante predominanza della linea percussiva che rinuncia all’organo; “Due occhi impauriti”, che predilige l’arpeggio reiterato; “Indagine privata”, con un notevole rimpasto del funky; “Disperazione”, che rappresenta la versione “summa” del tema). A partire però dal secondo brano, “Titoli parte seconda: La balera”, Michelini affianca al registro thrilling, un tappeto sonoro arioso che documenta un ballo spensierato e sottolinea i non pochi momenti leggeri della narrazione. La sonorità “easy” di fisarmonica per il tango, il pianoforte in stile ragtime e i fiati da orchestrina ritornano ne “L’incontro”, “Furti e prostitute”, “Rara allegria”, per poi esplodere addirittura in un “Valzer di gioia”. Il terzo registro espressivo è invece improntato sul funky ed è una stilizzazione degli umori “poliziotteschi” di cui il cinema di genere è ricco in questo periodo. Michelini compone brevi e incalzanti tracce improntate sulle sequenze noir, come negli inseguimenti, incursioni, febbricitanti indagini. Si serve dello stile “Shaft” per impastare note elettroniche e percussive, ma vi aggiunge interessanti tagli melodici dominati dalla ritmica basso-batteria. I brani in questione sono: “Prima aggressione”, “Notizie giornali”, “Appuntamento”, “Fuga”, due versioni di “Pedinamento” e addirittura ben cinque di “Caccia”, a documentare la pericolosa indagine del commissario protagonista Claudio Cassinelli. Chiude il cerchio uno splendido tema finale, la dolce “Morte di un amico e titoli di coda” che documenta malinconicamente un finale amaro tra archi di ampio respiro e melanconici arpeggi.
Un ringraziamento va alla squadra di Digitmovies per il costante lavoro di recupero dell’opera di musicisti cinematografici che seppur poco impiegati hanno lasciato una notevole impronta nell’immaginario cinefilo del periodo cult. Il lavoro di Michelini è consigliatissimo e da avere in pacchetto con gli altri due titoli della trilogia martiniana.

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