Seguimi (Follow me)

cover seguimiMarco Werba
Seguimi (Follow me) (2017)
Cinevox/Kronos Records – KRONOSCD078
26 brani – Durata 47’00’’

Tra i compositori attivi per il nostro cinema, Marco Werba è senz’altro uno tra i più preparati e apprezzati dagli attenti ascoltatori delle soundtracks. Nel suo curriculum sono comprese importanti collaborazioni tra cui quella con Cristina Comencini per Zoo (1989), insignita del Premio Colonna Sonora, e il recente e altrettanto premiato lavoro per Dario Argento in Giallo (2009), partitura molto raffinata. Ma il maestro, nato a Madrid e romano d’adozione fin dalla tenera età, ha dimostrato nell’arco della sua carriera un forte interesse per opere fresche di filmaker giovani o non allineati allo star-system nazionale (qualora ne esistesse ancora uno concreto).

Nella problematica situazione che affligge ormai da anni il nostro cinema di genere, Werba si è poi accostato con mestiere, bravura e grande interesse a film lontani dal grande pubblico, ma non per questo trascurabili. Salta subito all’orecchio la devozione totale del compositore per il proprio lavoro, innervato da una notevole preparazione accademica unita ad autentico amore per la “colonna sonora”, che predomina con le orchestrazioni, la classicità, il tappeto sonoro tradizionalista, ma non si limita al consolidato. Da qualche settimana sul mercato e in anticipo sul lungometraggio è presente lo score (e ben venga il cd fisico!) di Seguimi (Follow me), un thriller-dramma a forti tinte psicologiche diretto da Claudio Sestrieri (Chiamami Salomè, 2005). Il film è interpretato tra gli altri da Pier Giorgio Bellocchio, Antonia Liskova, Angelique Cavallari e Maya Murofushi. In linea con prodotti autoriali attuali dallo stile fortemente enigmatico e affascinante, il cinema di Sestrieri è stato persino accostato all’ermetismo elegante di Michelangelo Antonioni. In attesa di vedere l’opera, una storia di traumi, ricordi, simbiosi psicanalitiche, ossessioni e arte visiva, la musica di Marco Werba è spia di una poetica coerente del compositore, tra l’altro particolarmente a mano felice quando si tratta di musicare storie nere.
Tradizione lontana dal mero ammiccamento e modernità si fondono insieme in uno specchio sonoro raffinatissimo. L’impronta del maestro è ben riconoscibile, ma non si limita a una struttura basica e comoda. A scorrere le 26 tracce dell’album curato da Kronos Records e Cinevox, si staglia con una certa forza la stimolante combinazione tra un’elettronica liquida e svisate labirintiche che richiamano il background etnico. Un lavoro che rifugge facili strizzatine d’occhio e che riesce a coniugare l’imponenza del tappeto musicale con l’aderenza alle immagini. A dominare l’eclettico quadro auditivo sono le tipiche melodie di sfumatura “herrmanniana”, composte da drammatici archi e spesso utilizzate con gusto dal compositore per la sezione “mistery” dei suoi lavori. Poche note e una continua variazione di un tema che partendo dalla title-track si innesta sottopelle, incontrando cacofonie ossessive e interferenze elettroniche. Il tutto confluisce poi in sonorità orientali dotate di fascinosa ambiguità per vestire musicalmente il personaggio della giapponese Haru, vero polo ossessivo e freudiano della vicenda. Fondamentale in tal senso l’apporto della violoncellista Tina Guo, calorosamente ringraziata dal maestro nelle esaustive note di copertina. Completano l’opera due brani cantati: “A shade of sadness”, melliflua ambient sperimentale interpretata da Cristina Cidda e “Dit de l’amour”, ballata pianistica in forma di electronic-tango duettata in francesce da Kyddicar e Christian Rainer.
Un appello ai registi e a tanto cinema attuale “distratto” per quel che riguarda l’affaire colonna sonora: Marco Werba c’è.

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