La regina delle amazzoni

cover regina amazzoniRoberto Nicolosi
La regina delle amazzoni (1960)
Digitmovies/Digitsoundtracks CDDM 270
16 brani – durata: 40’ 34’’

La collana della Digitmovies dedicata al peplum giunge con La regina delle amazzoni di Roberto Nicolosi al XXXII volume. Nicolosi (1914-1989), genovese di nascita, laureato in medicina e diplomato in composizione al Conservatorio di Milano, alternò la pratica in ambito jazz, suonando il pianoforte e il contrabbasso presso teatri e nightclub, a quella cinemusicale. Dopo l’esordio avvenuto nel 1954 commentando il documentario di Folco Quilici Sesto continente, negli anni successivi si dedicò principalmente all’horror e allo storico-mitologico, del quale divenne uno specialista con 15 partiture all’attivo.

Diretto da Vittorio Sala, il film, «precoce esempio di parodia del peplum, pervaso da un’atmosfera da varietà nello stile di Studio Uno» (S. Della Casa - M. Giusti), venne all’epoca massacrato dalla critica e, nonostante il genere fosse all’apice del successo, disertato dal pubblico. Questa in sintesi la storia: dopo la guerra di Troia, due soldati greci, finiti per caso nel regno delle amazzoni, dove di solito gli uomini vengono usati unicamente a fini riproduttivi e poi eliminati, si salvano solo perché fanno innamorare due fanciulle e perché compiono un’eroica impresa a difesa del paese.
L’intento sarcastico dell’operazione è già evidente dai titoli di testa animati e dal reiterato inserimento di pannelli narrativi, simili alle didascalie del muto, altrettanto animati e accompagnati da motivetti in stile western saloon.
L’intera partitura è in pratica condensata nel tema principale “Seq. 1 – Titoli”, divisibile in tre movimenti, in parte ciclici: inizia sinfonicamente tra squilli di tromba secondo le usanze del peplum; devia verso un moderno pezzo ballabile e dagli evidenti influssi jazzistici (rievoca un po’ l’atmosfera dei locali notturni degli anni Cinquanta e Sessanta); si spinge infine, previ lunghi accordi d’arpa, verso lidi romantici per orchestra d’archi. Quest’ultima sezione, ripresa in “Seq. 7”, “Seq. 13” e “Seq. 15”, si armonizza con l’immancabile sottotrama amorosa e con le panoramiche sui luoghi più ameni del regno delle amazzoni. Ad essa si accodano le altrettanto sognanti “Seq. 10” (per archi, fiati e arpa su un’ostinata ritmica per timpani) e “Seq. 11” (per archi, fiati, flauto e triangolo).
Le lunghe scene di ballo e d’azione riprendono il motivo jazzistico (“Seq. 3”, “Seq. 5”, “Seq. 8”), ma le prime si avvalgono anche di melodie di sapore mediorientale (“Seq. 2”), le seconde di episodi che coniugano l’avventura con marcette grottesche ed evoluzioni fiabesche (“Seq.4”). I rari spunti drammatici, legati all’invasione dei pirati o a qualche sequenza notturna, sono commentati da musica di sospensione o misteriosa per archi fiati e percussioni (“Seq. 6”, “Seq. 9”, “Seq. 12”, “Seq. 14”).
“Seq. 16 – Finale”, con le sue improvvisazioni jazzistiche al pianoforte e l’ennesimo ritorno del tema ballabile, chiude una partitura inconsueta e volutamente straniante.

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