7 baschi rossi

cover sette baschi rossiGianni Marchetti
7 baschi rossi (1969)
Kronos Records KRONGOLD 006
31 brani – durata: 50’ 10’’


    
Coproduzione italo-tedesca basata sul romanzo Rebellion di Dean Craig (pseudonimo di Piero Regnoli) e forse cinematograficamente ispirata anche a Il buio oltre il sole (1968) di Jack Cardiff, 7 baschi rossi racconta le gesta di un gruppo di sette mercenari mandati in missione in Congo durante la rivolta dei simba. Obiettivo: riscattare, con l’aiuto di una guida, una giornalista rapita dai ribelli, sfidando la guerriglia e penetrando in territori impervi. L’impresa andrà a buon fine, anche se a caro prezzo (si salveranno infatti solo la guida e la giornalista). Il film, diretto da Mario Siciliano, venne girato, tra giungla e deserto, in Etiopia, “in luoghi dove per la prima volta si è avventurata la macchina da presa”, come precisa nei titoli di testa una nota dei produttori, che si sentirono in dovere di ringraziare gli attori e la troupe “per lo spirito di sacrificio dimostrato”.

Sul versante del commento musicale, troviamo un Gianni Marchetti (1933-2012) perfettamente immedesimato nello spirito dell’avventura ed attento ad individuare corrispondenze con l’ambientazione selvaggia. Per l’occasione poté avvalersi anche del complesso di armoniche Brug’s Harmonicas e del percussionista Franco Giordano (un po’ ovunque i tamburi, folk o marziali che siano, sono messi in primo piano). Il brano d’apertura “African drums”, che integra l’adozione di coloriture tribali, principalmente percussive (battimani compresi) e vocali, con spunti melodici più canonici per piano, chitarra acustica e cori, ci trasporta subito nell’affascinante ed insidioso universo africano. “Verso il deserto”, oltre a proseguire il discorso etnico coniugando le percussioni all’armonica, presenta per accenni il tema principale di sapore nostalgico, compatibile sia con le panoramiche sui paesaggi naturali sia con l’inesorabile avvicinamento dei sette baschi al loro destino di morte. Frequentissime le rivisitazioni: ne “I mercenari”, in “Notte africana” e in “African sound” il motivo è proposto con arrangiamenti più larghi, in formato pop nel primo e nel terzo caso, orchestrale, con interventi del coro e della sezione fiati, nel secondo; in “Nostalgico” accorre dal livello interno una versione per chitarra classica sola; in “Tema” compare una ripresa minimalista per flauto e arpeggi di chitarra classica; ne “I sette” l’adozione del fischio paga un evidente debito timbrico al western mediterraneo; in “Sette baschi rossi – Tema finale” si sintetizzano un po’ tutte le varie sfumature.
Altrettanto ricche, date le circostanze filmiche, le pagine di musica drammatica: si passa dalla suspense elettronica (“Suspense” e “Tenebroso”) alle dissonanze applicate al tema (“Ansia”); dagli intrecci tra percussioni, coro ed effetti rumoristici (“Dune magiche”) ai graffianti accordi di chitarra elettrica distorta alternati a percussioni, versi, cori e note singole di piano (“Solo nella giungla”).
Gli episodi estemporanei comprendono il pacato e meditativo “Harmonica”, dialogo tra armonica e coro a bocca chiusa sullo sfondo di un accampamento notturno, e “Jungle-lounge”, arpeggi circolari di chitarra acustica su una moderna linea di basso con qualche pigmento tribale ed elettronico.
Da segnalare, infine a dimostrazione della continua osmosi tra opere diverse tipica del cinema popolare italiano, un’autocitazione del compositore che in “Sereno” rispolvera, riducendolo per due chitarre classiche e di segno altrettanto malinconico, il tema da lui stesso scritto per il western all’italiana I vigliacchi non pregano (1968).
Uscito nel 2014, il CD della casa discografica maltese Kronos Records offre ai cinemusicofili un’edizione che può dirsi definitiva: al materiale già documentato su un vecchio vinile della CAM va ad aggiungersi un’ampia sezione bonus track con versioni alternative e brani non utilizzati nel film.

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