Smetto quando voglio – Masterclass

cover smetto quando voglio masterclassMichele Braga/AA.VV.
Smetto quando voglio – Masterclass (2017)
BMG 538265552
19 brani (10 canzoni + 9 di commento) – Durata: 61’00”

Masterclass, il sequel di Smetto quando voglio (2013) dello stesso eccellente regista Sydney Sibilia, con medesimo cast (il sempre più bravo e simpatico Edoardo Leo, capofila della banda di ricercatori e fabbricatori di droghe non ancora illegali) e nuovi comprimari, girato contemporaneamente al terzo film (Ad honorem) di questa trilogia tutta nostrana tra commedia italica storica anni ’50 e ‘60 e moderna action comedy hollywoodiana mainstream, possiede una colonna sonora da sballo (come dicono i gggiovani e i narcotrafficanti che in questo caso calzano a pennello!!!).

Michele Braga, compositore reduce dai molti successi ottenuti dalla sua score, scritta insieme al regista Gabriele Mainetti, per Lo chiamavano Jeeg Robot, prende il posto del precedente autore delle musiche del primo film della trilogia, pellicola d’esordio di Sibilia, il compositore Andrea Farri. Braga (Come tu mi vuoi, Tutto l’amore del mondo, Good as You, Più buio di mezzanotte) scrive una OST che si rifà alla grande tradizione della musica per film polizieschi all’italiana firmata da Stelvio Cipriani e Franco Micalizzi, con un occhio di riguardo alle score di David Holmes per i vari Ocean a cui Smetto quando voglio fa riferimento palesemente. La partitura di Braga si basa sull’ausilio di musicisti virtuosi che è doveroso menzionare uno ad uno, attraverso elementi sonori dati da batteria (Marco Rovinelli), basso (Maurizio Mariani e Fabrizio Guarino), chitarre (sempre Guarino), programmazioni, pianoforte, rhodes, sintetizzatori (Braga), tromba (Sergio Vitale), trombone, anche basso (Palmiro Del Brocco), sax contralto (Mauro Verrone), sax tenore (Alessandro Tomei), sax baritono (Giuseppe Russo), il protagonistico flauto basso e traverso (Marco Orfei) con arrangiamento fiati di Vincenzo De Filippo. Una score di impatto notevole con un sound anni ’70 molto viscerale che si mischia a quello nuovo odierno ma senza esagerare: il tema portante che si ascolta nell’iniziale “Le migliori menti in circolazione”, che lontanamente ricorda anche il motivo di Pivio & Aldo De Scalzi per L’ispettore Coliandro grande successo televisivo targato Rai, a sua volta citante nelle musiche proprio tante colonne sonore settantine poliziesche anche Made in USA, è pura adrenalina sonora per fiati, batteria, basso, ottoni e synth; di quei temi che ti entrano subito sotto pelle e che canticchi immediatamente. Leitmotiv che ritorna variato più e più volte per dare manforte alla banda scalcagnata ma intelligentissima di Pietro (Leo) in incognito con la polizia per bloccare lo spaccio delle smart drugs e redimersi. Il pezzo “Una seconda possibilità”, debitore degli score di Holmes per la trilogia con Clooney e Pitt succitata, gioca su ritmi concitati in cui spicca il flauto traverso che in tempi dispari fa dell’evoluzioni incredibili. “Pao Mo” ripresenta il tema principale per schiocco di dita, flauto traverso, chitarra elettrica, basso, batteria e percussioni che tra tempi sospesi e riprese furibonde si producono in sviluppi da capogiro (un plauso al flautista Orfei e agli arrangiamenti di Braga). “La clinica” mostra un nuovo temino con simil organo hammond sintetizzato, tra il sospettoso e il beffardo, tra Mancini e Cipriani, che corre veloce, facendo vibrare tutti i virtuosismi dei musicisti presi in causa. “L’ultima sostanza” è rock psichedelico indiavolato. “Cromatografo” parte tensivo e palpitante di suoni sintetici per dare un versante di scoring moderno al film rispetto a quello fin d’ora ascoltato. “C’è un latinista nel container” ingrana piano con il flauto protagonista, come accade spesso in questa abbagliante OST, che si insinua come un serpente strisciante e velenoso che avanza tra batteria, chitarra elettrica, fiati in un crescendo ritmico compulsivo e accattivante che ad un tratto si interrompe con schiocco di dita, poi riprendendo sempre più intensamente con cadenze da film music poliziottesca d’eccezione. La traccia più lunga del CD e dello scoring, gli 8 minuti di “Sul tetto del regionale alle 6 di mattina”, sono autentica adrenalina in musica con il flauto traverso gracchiante, sintetismi assordanti, percussioni scatenate, iniziali voci rauche grintose e un crescendo vorticoso e pulsante di tutti gli strumenti come il treno in corsa sul quale si svolge la sequenza d’azione esplosiva del film. “Tecnopold”, pezzo atmosferico alla Thomas Newman, chiude la partitura di Braga che si dimostra compositore eclettico e appropriato ad ogni genere di film che commenta. Il resto della soundtrack è composta da canzoni originali e non di enorme presa e di artisti di livello internazionale, tra tecno music, hard rock, pop e classica strausata, con nomi del calibro di The Niro (song composta da Braga su testo di Combusti), Jarvis, The Interruptus, Mozart, Apollo 440, Kasabian, Scarda, Giuda, Nibiru Prj22 e Rilo Kiley per concludere degnamente una colonna sonora da ascoltare e risentire più volte.

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