La sorpresa

cover la sorpresaKristian Sensini
La sorpresa (2015)
Keyestudios
15 brani – Durata: 38’10”



Kristian Sensini, vincitore del nostro Premio dei lettori nel 2014, nella categoria Migliore Musica per Film Straniero, per la pellicola d’animazione lituana Rocks In My Pockets, si approccia musicalmente a questo dramma familiare di Ivan Polidoro con una grazia sospesa colma di trepidazione emotiva. Fin dalla prima traccia, “Attese”, si tratteggia l’andatura sonora della score, con violino, viola e violoncello (tutti suonati accoratamente da Cristiano Giuseppetti) che lenti, quasi timidi, cantano amaramente il tema portante, ed il flauto (suonato da Sensini), col suo sopraggiungere mesto e desolato, ne marca ulteriormente il carattere drammatico.

Elettronica ancestrale e un piano astratto si addentrano nei segreti nascosti del film, in “La sorpresa 1”, nel mentre “Come sospesa” tra sintetismi, flauto e chitarra (Jan Mozzorecchia) cerca di rasserenare questa complicata storia di un rapporto a tre (padre, figlia e infermiere che cura il primo gravemente ammalato) con un secondo tema fondamentalmente malinconico ma che ricerca qualche spiraglio di vitalità. Cameristico per archi viene eseguito il tema principale in “Devotio”, divenendo ancor di più elemento straniante e amareggiato. Un piano gocciolante e cantilenante (“Figlia del padre”) su effetti ritmici a pioggia raffigura la figura della figlia ventenne che non trova alcun punto di contatto con il padre che ormai stanco, desidera solo morire. Liturgico e angelico il canto per voce sdoppiata eterea di Laura Bruno in “Ana Yelena”. “Padre” assegna il compito ad una viola con effetto eco accentuato di cantare dolorosamente il leitmotiv di questo padre che solo nelle cure dell’infermiere trova le amorevoli attenzioni di un figlio non figlio che la sua vera figlia non riesce a offrirgli. Una nenia sintetica, quindi lontana nel suo suono metallico freddo, interpreta il tema principale in “La sorpresa 2”. Una “Ragnatela” metaforica più che reale nel canto straziato degli archi, della chitarra e di ritmiche asettiche prova a scavare nelle microtrame di questa vicenda piena di dolori e segreti. “Ana Yelena 2” rincontra il canto religioso di Laura Bruno con sfumature liturgico-orrorifiche tra Schubert e Keith Emerson. “Surprise me” gioca su ritmiche ipnotiche e synth anni ’80 carpenteriani. “La sorpresa” ondeggia glassianamente tra il suono insistito degli archi, liquescenze ritmiche e un piano ribattuto. “Un tango”, lo dice il titolo stesso, è un ballabile appassionato dalle ritmiche moderne intriso di reminiscenze piazzolliane: molto bello e virtuoso! In “Ana Yelena 3” il canto raddoppiato della Bruno assume valenze più incorporee insieme al controcanto del piano. Chiude il CD “La sorpresa piano” nel quale il leitmotiv primario mostra tutta la sua grazia addolorata in cerca di redenzione. Una partitura che entra sottopelle dopo svariati ascolti e che fa rivivere in noi ciò che di più nascosto risiede nel nostro animo.

Stampa