Blue Velvet

Cover Blue VelvetAngelo Badalamenti
Velluto Blu (Blue Velvet, 1986)
Varese Sarabande VCD-47277
14 brani – durata: 43’03’’

Con Blue Velvet (1986) nasce il sodalizio tra David Lynch e il compositore Angelo Badalamenti; da sempre attento all’aspetto non solo musicale ma anche sonoro dei suoi film (i rumori, i ronzii misteriosi, gli stridii sono spesso parte della narrazione), Lynch in questo film lascia che brani strumentali e canzoni concorrano alla costruzione del senso cinematografico, parallelamente agli altri elementi della messa in scena. Blue Velvet si muove in maniera ambigua ma allo stesso tempo crudelmente sincera tra una violenza concreta e disturbante, a volte caricaturale, e un’innocenza talmente disarmante da scivolare in un’apparente banalità; e proprio Badalamenti, con la sua musica, contribuisce in maniera determinante a definire quell’atmosfera inquietante ma anche terribilmente semplice e quotidiana che è alla base del film. L’enigmatico sipario blu dei titoli di testa è accompagnato dal “Main Title”, brano sontuoso ma anche amaro, drammatico e misterioso; Badalamenti si concentra poi nel dare un carattere musicale ad alcuni dei protagonisti, ed ecco allora “Night Streets/Sandy and Jeffrey”, cupo, dal ritmo altalenante e minaccioso che riprende sul finale il tema del “Main Title”; segue “Frank”, sotterraneo, molto scuro, impenetrabile esattamente come il personaggio che rappresenta: potrebbe sembrare una caratterizzazione musicale fin troppo ovvia ma va considerata la valenza simbolica di Frank, una sorta di “uomo nero” che genera nel giovane Jeffrey tanto disgusto e paura quanto inconscia attrazione. “Frank Returns” ha persino delle tonalità avventurose che lo circondano di un ironico alone da eroe negativo, pur restando un pezzo ossessivo, cupo e sostanzialmente senza melodia; “Jeffrey’s Dark Side”, anch’esso inquietante, resta comunque più melodico e sinuoso rispetto ai brani dedicati a Frank.

La soundtrack comprende poi "Blue Velvet" (interpretata da Isabella Rossellini), scritta da Bernie Wayne e Lee Morris all’inizio degli anni ‘50, da cui il film prende il titolo; il cuore dell’intera colonna sonora è però “Mysteries of Love”, scritta da Badalamenti su testo di Lynch, che aveva chiesto al compositore “qualcosa di cosmico, di molto bello”, e cantata da Julee Cruise (il brano è presente nell’album anche in due versioni strumentali). La canzone commenta l’amore adolescenziale che nasce tra Jeffrey e Sandy e soprattutto il banalissimo racconto del “sogno dei pettirossi” fatto dalla ragazza che la musica riesce però a rendere struggente, quasi mistico, andando così a chiarire uno dei molteplici sensi del film: la vita di chiunque è piena di bellezza sbalorditiva e pura ma anche di orrore e perversione, e non c’è nulla che si possa fare per cancellare tale realtà. Ad un livello più strettamente linguistico, è interessante inoltre l’uso che Lynch fa delle canzoni di repertorio, in particolare “In Dreams” e “Love Letters” che entrano a tutti gli effetti all’interno della narrazione, sono cantate o recitate dai personaggi direttamente in scena ed è a volte difficile stabilire dove finisca il dialogo e dove invece inizi la citazione dal testo.
Una colonna sonora stratificata, dai significati non immediatamente leggibili che pertanto va non solo ascoltata ma anche e soprattutto vista insieme alle immagini, perché è solo dal rapporto con la materia cinematografica che la musica di Blue Velvet riesce davvero a turbare, colpire ed emozionare

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