The Brave One

Il Buio nell'AnimaDario Marianelli
Il buio nell'anima (The Brave One, 2007)
Varèse Sarabande 302 066 841 2
18 brani – Durata: 48'59"

Il nostro connazionale Dario Marianelli prosegue senza indugio nell'ascesa della nuova generazione di compositori europei sempre più corteggiati dal cinema americano. Il compositore pisano sembra essersi stabilito con un certo agio all'interno del mondo del film scoring di Hollywood, grazie al successo ottenuto dalla collaborazione a film importanti come V for Vendetta e Orgoglio e pregiudizio.

Il nuovo, discusso film con Jodie Foster aggiunge un altro tassello importante alla carriera di Marianelli (che contemporaneamente è uscito nelle sale con il più interessante Espiazione). Al di là di meriti e demeriti di questo film diretto (con la mano sinistra, secondo chi scrive) da Neil Jordan, rimane la curiosità di sentire all'opera il compositore in un genere sempre particolarmente spinoso e complicato da musicare come il thriller urbano contemporaneo. Purtroppo il risultato finale lascia piuttosto freddini, anche perchè si fatica anche solo a intravedere la personalità musicale che invece si era mostrata con più convinzione in partiture come The Brothers Grimm o Orgoglio e pregiudizio. La chiave attraverso cui Marianelli interpreta il film è giustamente quella dell'incertezza armonica e tonale (associata ai tormenti della protagonista interpretata dalla Foster), nella quale ogni spunto melodico o rassicurante rimane sospeso oppure soltanto laconicamente accennato (“Erica”). La partitura è prevalentemente immersa in questa nebbia emotivamente obliqua non di rado efficace (“The Tunnel”, “Corner-shop”), caratterizzata timbricamente soprattutto da archi dimessi, lunghi pad dei synth, distorsioni e manipolazioni elettroniche e laconici interventi del pianoforte, ma che spesso si risolve in nient'altro che lunghe parentesi di pura atmosfera (“Back on the Crime Scene”, “Alone”, “Death in the Car Park”, “Nobody Saw Me...”). Se la mancanza di un centro di gravità melodico o tematico può essere drammaturgicamente giustificabile data la natura della vicenda e il senso del film (in taluni momenti Marianelli sembrerebbe volersi rifare al destabilizzante Howard Shore di Se7en), si avverte talvolta una sorta di eccessivo timore ad affidarsi anche solo ad un accenno di tema (un difetto questo che affligge oramai moltissimi autori di musica per film, quasi impauriti dal “tema”, soprattutto quando si confrontano con pellicole di questo genere). Gli accordi sparsi utilizzati in apertura e in chiusura (“The Aftermath”) non sono sufficienti a dare un'identità precisa alla partitura. Ancor meno esaltanti sono le parentesi ritmiche (fortunatamente occasionali) che richiamano non poco il John Powell dei vari Bourne (“On the Prowl”, “Car Jam”), anche se in questo caso si tratta assai probabilmente di inevitabili “ordini” scaturiti dalla temp-track. Siamo convinti che Marianelli sia un compositore assai dotato e capace di cose ben più stimolanti ed interessanti rispetto alla pur dignitosa partitura per questo (dimenticabilissimo) film. Speriamo vivamente che non rimanga stritolato nelle forche caudine dell'industria cinemusicale contemporanea.

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