04 Nov2007
Black Book
Anne Dudley
Black Book (id., 2006)
Milan Records LC 8126
23 brani – Durata: 55’50”
Non c’è spazio per il romanticismo nella colonna sonora composta da Anne Dudley per Black Book di Verhoeven, né per una passionale affettività. L’adesione alla scomoda durezza della vicenda è pressoché totale.
Nel settembre del 1944 l’Europa è afflitta dalla piaga della guerra. Una giovane cantante di varietà, tornata dalla Germania nella nativa Olanda per sfuggire agli orrori del nazismo, perde la famiglia in un’imboscata tedesca. Accolta da una cellula della resistenza olandese, accetta di usare la sua bellezza mettendola al servizio della causa anti-hitleriana: sotto falso nome sarà introdotta nelle alte sfere del potere per sedurre un ufficiale. Di cui finirà per innamorarsi.
La tristezza nelle note della Dudley è densa e pungente. La tensione, spesso velata di mistero, prende forma nelle note prolungate degli archi, nell’irrompere dei fiati – molto nervosi – e delle percussioni (esemplificativo ne è il brano ripreso dal titolo del film, “The Black Book”). I toni del thriller, presenti fra gli altri in “In Pursuit”, usano studiate lentezze e arresti strategici, mentre il meccanismo della tensione si presenta nella consueta forma delle tormentate note dei fiati su cui si intrecciano gli archi, rapidi e inquieti (“Escape by Sea”).
Persino quando le risorse dell’orchestra vengono ben impiegate nella trascinante esecuzione della musica, come in “Victims of the Occupation”, i colori restano scuri e l’agitazione è latente ma percepibile. Nella parte iniziale del conclusivo “The Endless River”, poi, la melodia dei fiati cui fanno eco gli archi si leva come un lamento.
Lo spirito che attraversa la soundtrack di Black Book, in definitiva, propone una gamma di sfumature decisamente ridotta. Ma per quanto l’umore possa risultare alla lunga ripetitivo, le musiche ben accompagnano le immagini di una storia aspra e ossessiva, scivolando sempre più verso motivi a tinte fosche (come i fiati meditabondi in “Rachel’s Plan”).
La stessa Anne Dudley, che qui sembra strizzare in qualche punto l’occhio a Gabriel Yared (le note gravi dei fiati, l’arioso distendersi della pur turbata melodia in “Escape through the Marshes”), sale sul podio per una fremente direzione dell’orchestra.
Aprono il CD tre brani in stile inizio anni Quaranta, reperti di un genere musicale che rispondeva alle esigenze di un’Europa troppo preoccupata dalla guerra, e “A Hundred Years from Today” di Victor Young, Joseph Young e Ned Washington.
Black Book (id., 2006)
Milan Records LC 8126
23 brani – Durata: 55’50”
Non c’è spazio per il romanticismo nella colonna sonora composta da Anne Dudley per Black Book di Verhoeven, né per una passionale affettività. L’adesione alla scomoda durezza della vicenda è pressoché totale.
Nel settembre del 1944 l’Europa è afflitta dalla piaga della guerra. Una giovane cantante di varietà, tornata dalla Germania nella nativa Olanda per sfuggire agli orrori del nazismo, perde la famiglia in un’imboscata tedesca. Accolta da una cellula della resistenza olandese, accetta di usare la sua bellezza mettendola al servizio della causa anti-hitleriana: sotto falso nome sarà introdotta nelle alte sfere del potere per sedurre un ufficiale. Di cui finirà per innamorarsi.
La tristezza nelle note della Dudley è densa e pungente. La tensione, spesso velata di mistero, prende forma nelle note prolungate degli archi, nell’irrompere dei fiati – molto nervosi – e delle percussioni (esemplificativo ne è il brano ripreso dal titolo del film, “The Black Book”). I toni del thriller, presenti fra gli altri in “In Pursuit”, usano studiate lentezze e arresti strategici, mentre il meccanismo della tensione si presenta nella consueta forma delle tormentate note dei fiati su cui si intrecciano gli archi, rapidi e inquieti (“Escape by Sea”).
Persino quando le risorse dell’orchestra vengono ben impiegate nella trascinante esecuzione della musica, come in “Victims of the Occupation”, i colori restano scuri e l’agitazione è latente ma percepibile. Nella parte iniziale del conclusivo “The Endless River”, poi, la melodia dei fiati cui fanno eco gli archi si leva come un lamento.
Lo spirito che attraversa la soundtrack di Black Book, in definitiva, propone una gamma di sfumature decisamente ridotta. Ma per quanto l’umore possa risultare alla lunga ripetitivo, le musiche ben accompagnano le immagini di una storia aspra e ossessiva, scivolando sempre più verso motivi a tinte fosche (come i fiati meditabondi in “Rachel’s Plan”).
La stessa Anne Dudley, che qui sembra strizzare in qualche punto l’occhio a Gabriel Yared (le note gravi dei fiati, l’arioso distendersi della pur turbata melodia in “Escape through the Marshes”), sale sul podio per una fremente direzione dell’orchestra.
Aprono il CD tre brani in stile inizio anni Quaranta, reperti di un genere musicale che rispondeva alle esigenze di un’Europa troppo preoccupata dalla guerra, e “A Hundred Years from Today” di Victor Young, Joseph Young e Ned Washington.