13 Nov2007
The Astronaut Farmer
Stuart Matthewman
The Astronaut Farmer (id. - 2007)
Varese Sarabande 302 066 790 2
31 brani – Durata: 65’42’’
In questo lungometraggio la colonna sonora si è trovata ad essere testimone di un film che non ha avuto (purtroppo) una distribuzione tanto prolifera (almeno in Italia). E di questo ci rammarichiamo molto. Stuart Matthewman è riuscito ha comporre brani che, oltre ad avere una loro complessità armonica notevole, mostrano la capacità di oscillare tra la melanconia e gioia, tra paura e tensione, tra angoscia e gioco, senza perdere la loro carica emotiva all’interno dei fotogrammi.
In questi brani c’è tutta la voglia del protagonista “Billy Bob Thornton” di raggiungere il proprio obiettivo anche se questo significa sacrificio e rischio per la sua famiglia e per lui. All’interno della OST troviamo progressioni armoniche che salgono verso l’alto restituendoci un senso di pace e serenità senza mai arrendersi (è il caso di “Opening title”, “Bank”, “Meeting Granpa”), ma anche momenti in cui la musica si fa cupa, tesa e preoccupante come in “FBI Arrive”dove i violini si fanno gravi scandendo in modo deciso la loro timbrica con un battito ripetitivo e inquietante. Tutto questo viene però spazzato via da un ritmo semi-sincopato dal brano “Embrace the Media”, chitarra e violini ci restituiscono movimento, attesa e gioco nello stesso tempo. La musica non è mai eccessivamente invasiva, ma sempre pronta a intervenire al momento giusto alla stessa maniera di un attore.
Elemento importante in quest’opera musicale è il pianoforte perché ha la capacità di trasportare con se i sentimenti e le situazioni in cui i protagonisti si trovano. Le partiture di Stuart Matthewman ci danno la possibilità di pensare, di riflettere non solo sul film e sulla storia, ma anche su quello che ci circonda nella vita di tutti i giorni. Nonostante alcuni brani possano risultare molto tristi o di attesa sono comunque elementi di trasporto, ci fanno viaggiare, perderci e perché no vagabondare come il protagonista. E’ il caso di “The Bullet Keeps on Travelling”, “Wreck”. Quest’ultimo disegna in modo preciso una dichiarata situazione di pericolo. Le partiture si dividono in due parti alla stessa maniera del lungometraggio. La prima riguarda la preparazione e le difficoltà che il protagonista deve affrontare per poter intraprendere il suo viaggio, la seconda invece è il viaggio vero e proprio nel quale i temi musicali si aprono e si fanno gloriosi, avvincenti pieni di avventura, ma sempre delicati nell’esecuzione e nelle progressioni armoniche: “Leaving”, “Pre-Launch”, “Launch”. Le orchestrazioni utilizzate per questi pezzi sono finalmente la realizzazione di un sogno che il personaggio attendeva da sempre. Tutto quanto si fa chiaro nel brano “In Space”, oscuro e disperato nell’esecuzione di “Lost in Space”. Tutto si conclude con una traccia intensa ed emozionante scritta da Gillian Welch con il titolo “I Made a Lover’s Prayer”. Una bellissima ballad country-folk che attraverso una chitarra e un’armonica sembra continui a esprimere il desiderio di essere sempre on the road, ma allo stesso tempo riesce a farci sentire a casa e non solo…
The Astronaut Farmer (id. - 2007)
Varese Sarabande 302 066 790 2
31 brani – Durata: 65’42’’
In questo lungometraggio la colonna sonora si è trovata ad essere testimone di un film che non ha avuto (purtroppo) una distribuzione tanto prolifera (almeno in Italia). E di questo ci rammarichiamo molto. Stuart Matthewman è riuscito ha comporre brani che, oltre ad avere una loro complessità armonica notevole, mostrano la capacità di oscillare tra la melanconia e gioia, tra paura e tensione, tra angoscia e gioco, senza perdere la loro carica emotiva all’interno dei fotogrammi.
In questi brani c’è tutta la voglia del protagonista “Billy Bob Thornton” di raggiungere il proprio obiettivo anche se questo significa sacrificio e rischio per la sua famiglia e per lui. All’interno della OST troviamo progressioni armoniche che salgono verso l’alto restituendoci un senso di pace e serenità senza mai arrendersi (è il caso di “Opening title”, “Bank”, “Meeting Granpa”), ma anche momenti in cui la musica si fa cupa, tesa e preoccupante come in “FBI Arrive”dove i violini si fanno gravi scandendo in modo deciso la loro timbrica con un battito ripetitivo e inquietante. Tutto questo viene però spazzato via da un ritmo semi-sincopato dal brano “Embrace the Media”, chitarra e violini ci restituiscono movimento, attesa e gioco nello stesso tempo. La musica non è mai eccessivamente invasiva, ma sempre pronta a intervenire al momento giusto alla stessa maniera di un attore.
Elemento importante in quest’opera musicale è il pianoforte perché ha la capacità di trasportare con se i sentimenti e le situazioni in cui i protagonisti si trovano. Le partiture di Stuart Matthewman ci danno la possibilità di pensare, di riflettere non solo sul film e sulla storia, ma anche su quello che ci circonda nella vita di tutti i giorni. Nonostante alcuni brani possano risultare molto tristi o di attesa sono comunque elementi di trasporto, ci fanno viaggiare, perderci e perché no vagabondare come il protagonista. E’ il caso di “The Bullet Keeps on Travelling”, “Wreck”. Quest’ultimo disegna in modo preciso una dichiarata situazione di pericolo. Le partiture si dividono in due parti alla stessa maniera del lungometraggio. La prima riguarda la preparazione e le difficoltà che il protagonista deve affrontare per poter intraprendere il suo viaggio, la seconda invece è il viaggio vero e proprio nel quale i temi musicali si aprono e si fanno gloriosi, avvincenti pieni di avventura, ma sempre delicati nell’esecuzione e nelle progressioni armoniche: “Leaving”, “Pre-Launch”, “Launch”. Le orchestrazioni utilizzate per questi pezzi sono finalmente la realizzazione di un sogno che il personaggio attendeva da sempre. Tutto quanto si fa chiaro nel brano “In Space”, oscuro e disperato nell’esecuzione di “Lost in Space”. Tutto si conclude con una traccia intensa ed emozionante scritta da Gillian Welch con il titolo “I Made a Lover’s Prayer”. Una bellissima ballad country-folk che attraverso una chitarra e un’armonica sembra continui a esprimere il desiderio di essere sempre on the road, ma allo stesso tempo riesce a farci sentire a casa e non solo…