La terza madre

cover_la_terza_madre.jpgClaudio Simonetti
La terza madre (2007)
Deep Reed – Universo US209/CD
46 brani (1 canzone e 45 di commento) – Durata: 69’32”



Senza aver visto il film, senza conoscerne il titolo, ascoltando le primissime note dell’OST di La Terza Madre è facile intuire che possa trattarsi di un film dell’orrore. Quando poi si scopre il nome dell’autore, Claudio Simonetti, e si scorge l’inquietante volto rosso in campo nero presente sulla locandina (e, di conseguenza, sulla copertina del CD), ogni dubbio è dissipato.
Simonetti, storico collaboratore musicale del Maestro italiano dell’horror, Dario Argento, ritorna con la colonna sonora dell’ultimo lavoro del regista, La Terza Madre, misteriosa e oscura storia di streghe ambientata a Roma.
Sin dai primi passaggi, l’ascoltatore ha la sensazione di salire sulla macchina del tempo ed essere trasportato nel Medioevo, non il Medioevo dell’integralismo cattolico, bensì quello delle streghe, dei sabba, delle danze macabre, il periodo Gotico per eccellenza, in pratica.
Il primo brano, infatti, “The Third Mother (Main Theme)” ricorda molto da vicino i celebri Carmina Burana di Orff, anziché l’invocazione alla Madre delle Lacrime, la terza madre che da il titolo al film, quindi non ci si stupirebbe di sentir intonare “O Fortuna, velut Luna, statu variabilis…”.
E l’intero soundtrack presenta questo sapore medievale, misterioso, quasi al limite del torbido, con numerosissimi ed estremamente brevi pezzi, inquietanti, la “classica” musica da film horror. Purtroppo, questo non risulta essere un punto di forza, per l’opera di Simonetti, bensì un handicap. Ascoltando la partitura, infatti, si avverte la sensazione di udire qualcosa di già perfettamente conosciuto, di già sentito mille volte. È la musica che chiunque si aspetterebbe di trovare in un film del genere, senza elementi innovativi che la facciano ricordare: è assai improbabile che qualcuno, uscito dalla sala cinematografica, si ritrovi a fischiettare o canticchiarne i motivi.
Ritmi inquietanti, carichi di mistero, di suspence, di paranormale, qualche antica maledizione, meglio ancora se in latino, buona l’esecuzione dell’Orchestra D.I.M.I, ma nulla più.


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