Lions for Lambs

cover_leoni_per_agnelli.jpgMark Isham
Leoni per agnelli (Lions for Lambs – 2007)
Varèse Sarabande 066862
16 brani - Durata: 33'45"



Le musiche di Mark Isham per quest’ultima opera di Robert Redford ruotano attorno a tre punti saldi. Ma facciamo un passo indietro. La storia di una giornalista che viene chiamata da un senatore per un’intervista che nasconde uno scopo meramente pubblicitario si alterna a quella di un professore progressista che vuole far capire a un suo studente l’importanza delle scelte nella vita e a quella di due ex studenti di quel professore che una scelta l’hanno coraggiosamente compiuta, andando in prima linea sul fronte afgano.
Le tre storie sono legate da un filo comune: ovvero la crisi di coscienza del popolo americano davanti a un’occupazione su due fronti (Iraq e Afghanistan) che a distanza di sei anni dal suo inizio non ha prodotto nulla di buono. Aggiungiamo che il film si sviluppa quasi esclusivamente su dialoghi e su poca azione. Mark Isham ha probabilmente lavorato sul messaggio che la pellicola intende trasmettere e ha di conseguenza connotato le musiche di accompagnamento alle immagini (e ai dialoghi!) dando loro, come si diceva sopra, tre tonalità differenti. Abbiamo i brani che creano suspense, fatti di brevi motivi di poche note che si ripetono ossessivamente e a cui fa da sostegno la battuta costante delle percussioni (“Main Titles”, “False Alarm”): sono i pezzi che vogliono raccogliere l’attenzione dello spettatore - d’altronde siamo di fronte ad un film che tratta un argomento di forte attualità - ; brani di colorazione drammatica, che utilizzano lunghi movimenti d’archi e con l’obiettivo di sensibilizzare (di pari passo alla sceneggiatura) sull’inutilità della guerra e su come questa favorisca soltanto la classe politica più elevata (“Wall of Photos / Breathe”, “Taxi Ride”, “Todd’s Decision”); e, infine, brani incalzanti, caratterizzati da un’impronta militaresca, quasi da marcia: sono quelli in cui l’incedere dei tamburi spalleggia l’eroismo dei due soldati protagonisti che hanno scelto di prendere una loro posizione nel momento storico che stiamo vivendo (“False Alarm / Battle Tent”, Firefight”).
Come in altre colonne sonore da lui composte, Mark Isham ha il pregio di non far sentire la sua presenza disturbando la storia a cui assistiamo, ma anzi, accompagna nel suo significato i momenti determinanti di essa, secondo un uso decisamente narrativo delle musiche e il cui risultato è di trasportarci in un coinvolgimento emotivo onesto ed efficace.



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