26 Gen2008
I Am Legend
James Newton Howard
Io sono leggenda (I Am Legend, 2007)
Varèse Sarabande VSD 6878
14 brani – durata: 44’28”
Una tromba addolorata annuncia tutta la disperazione di un uomo rimasto solo sulla terra, solo con i mostri del suo IO e con quelli reali che la notte lo circondano. Una tromba in cui si fanno largo gli archi che in un adagio commosso rivelano tutta la solitudine di Robert Neville (per l’appunto il brano prende il titolo di “My Name is Robert Neville”), l’ultimo uomo sulla terra (almeno così sembra!). Il succitato pezzo che apre la colonna sonora di Io sono leggenda chiarisce subito che tipo di atmosfera ci si pone di fronte all’ascolto di questo lavoro dell’eccellente compositore James Newton Howard (Waterworld, Signs, The Village). Uno score intriso di forte disperazione e di grande melanconia, d’altronde quanti non impazzirebbero nel sapere di essere l’unico sopravvissuto in un mondo che, a causa di un virus micidiale, ha trasformato tutti gli esseri umani in una sorta di vampiri. Howard ha strutturato la sua partitura come una lunga elegia senza speranza, un adagio affranto che descrive lo stato d’animo del personaggio interpretato egregiamente da Will Smith che ci introduce ai suoi ricordi in flashback su ciò che accade a sua moglie e sua figlia, e all’umanità intera. Ne sono un esempio brani quali “Evacuation”, “Scan Her Again”, “Sam’s Gone” in cui il leitmotiv principale si mostra in tutta la sua profonda carica spirituale, anche grazie all’ottima performance della Hollywood Studio Symphony e la Hollywood Film Chorale. Anche se la sua migliore espressione sonora la si riscontra nel pianistico “I’m Listening”. Un tema ispirato che avrebbe potuto benissimo commentare un nuovo film del regista di Il sesto senso e Lady in the Water, M. Night Shyamalan, con cui James Newton Howard ha stretto un forte sodalizio cinemusicale. Ma le sorprese di questa bella OST non si esauriscono in un solo tema, bensì il compositore americano ci fa capire quanto grande è stata la sua creatività nell’accostarsi a questo film componendo un altro bel motivo per piano, supportato da fiati e archi (“Can They Do What?”), emozionale e disperato. “The Pier” è un pezzo nato appositamente per mettere in gran spolvero il coro e l’orchestra, che dapprima si aprono in un possente crescendo luminoso e poi, con l’intrusione di effetti synth allucinatori, si chiudono in un brivido sonoro. Non crediate che questo score non possegga un lato oscuro e ritmicamente adrenalinico, anzi Howard lascia a pochi brani (ma enormemente impattanti!) il compito di delineare le scene action del film, gli scontri violenti con gli zombi notturni che sbucano da ogni dove. Su tutti il pezzo “The Jagged Edge” dove l’orchestra si produce in una irruente corsa a perdifiato in cui percussioni furibonde, effetti elettronici agghiaccianti, archi imbizzarriti e ottoni scatenati si rincorrono l’un con l’altro verso un esplosivo crescendo finale. Il lungo brano “Reunited” è l’unica traccia di speranza che il compositore ci regala in questa sua sorprendente opera musicale sci-fi, una speranza forse utopistica? Ci si meraviglia sul perché quest’anno l’Academy non abbia scelto di nominare agli Oscar questa colonna sonora invece della ben più anonima soundtrack di Michael Clayton di James Newton Howard, ma è anche vero che oramai gli Oscar non sono più un marchio di garanzia, soprattutto quando si parla di candidature per la miglior musica da film!