Caos Calmo

cover_caos_calmo.jpgPaolo Buonvino /AA.VV.
Caos Calmo (2008)
Radio Fandango 0187962RAF
19 brani (4 canzoni + 15 di commento) – durata: 48’37’’

 

Nel profondo di ogni essere umano abitano loquaci silenzi i quali cercano di essere padroni della mente. Questo è ciò che troviamo nel film di Antonello Grimaldi Caos Calmo, tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi. In questa opera cinematografica tutto collassa insieme al protagonista, il quale a causa di un tragico evento decide di restare giorno dopo giorno seduto su una panchina ad aspettare la figlia all’uscita della scuola. Pietro Paladini (Nanni Moretti) non riesce a decidersi a soffrire, non può e non vuole ripartire. Tutto questo invece di essere (in buona parte) colto dalle sequenze cinematografiche e di conseguenza dalla sceneggiatura è descritto dalla colonna sonora, la quale sostiene il film in maniera decisamente notevole, più di quanto si possa immaginare. Le partiture di Paolo Buonvino riescono a catturare e a dare una chiara immagine di questa staticità del protagonista. Ogni brano è in grado di farci percepire questo stato di calma apparente offrendo al personaggio, ma anche allo spettatore la possibilità di cogliere in ogni movimento e in ogni sguardo emozioni profonde: tristezza, rimorso e autocoscienza. I temi musicali che entrano a far parte del clima diegetico si sostituiscono in modo quasi completo alla sceneggiatura, la quale (al contrario dell’opera letteraria) manifesta eccessivi silenzi che lasciano lo spettatore orfano di qualcosa che non riesce ad afferrare. Brani come: “Kaos”, “Puzzle”, “Io resto qui” e la canzone “Your Ex-Lover is Dead” (Starts, Album: Set Yourself on Fire, 2004) ci dicono più di qualsiasi altro dialogo, sono estremamente necessari per poter cercare di capire qualcosa sul protagonista, su ciò che gli sta accadendo intorno e nel profondo. In questo caso la pellicola non è autosufficiente, perché per coglierla è necessario affiancare alla visione una lettura della fonte letteraria. Tutto accade nella testa del personaggio. E’ Pietro Paladini a decidere le regole del gioco, a prevalere sull’intreccio, il quale non potrebbe esistere se non attraverso la sua costruzione interiore. La colonna sonora arriva dove il film si ferma. Nella musica è nascosta l’esteriorizzazione interiore del protagonista il quale rinuncerà ad esprimersi fino alla fine. Queste partiture non descrivono il dolore, ma ce lo fanno percepire intensamente (anche quando non si riesce a vedere materialmente): la canzone “Cigarettes and Chocolate Milk” (Rufus Wainwright, Album: Poses, 2002), “Elenco delle cose che non so di Lara”. Morbidi i tocchi al pianoforte in “Eleonora”, “Abbracci”; melanconiche e psichedeliche le armonie che ascoltiamo in “Pyramid Song” (Radiohead, Album: Amnesiac, 2001); liberatorie, sincere e vere invece in “L’amore Trasparente” (Ivano Fossati). La OST permette così a quest’opera cinematografica di essere ricordata, è questo ciò che conta.


 

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