Return to House on Haunted Hill

cover_return_house_haunted_hill.jpgFrederik Wiedmann
Return to House on Haunted Hill (Inedito, 2007)
Varese Sarabande LC06083
21 brani - Durata: 44’03’’

 

Frederik Wiedmann compone un prodotto azzeccato per un film horror, sequel di un remake di un classico in bianco e nero con Vincent Price, che narra di una caccia al tesoro (un idolo malvagio dal valore inestimabile) nella famosa casa pullulante fantasmi.
“Ariel Wolfe” è lenta e basata sui commenti esigui di arpa e pianoforte, con fraseggi in saliscendi della sezione archi. “Sarah’s Apartment” ha un tono grave e cupo, intermezzato a tratti dalle note tenute dei violini, note che sembrano presagire un fato nefasto, come conferma il caotico ronzio della coda finale.
“Meet Desmond” parte su accenti violenti, per poi perdersi nella densità rarefatta di archi stanchi e non molto tesi, con percussioni anonime accessorie.
“Let the Tour Begin” crea una atmosfera di intenso climax sonoro grazie al concitato movimento della sezione archi.
“Splitting up”, brano elettronico di sperimentazione linguistica alterato da numerosi effetti wet che riverberano in un abisso di sonorità profonde, è a tratti interrotto dai commenti drammatici degli archi, con un sibilo sinistro in sottofondo perenne e caotica marmellata elettrica finale.
“Electroshock Theraphy”, innestata da armonie sostenute da note lunghe al synth, esplode su sonorità scosse, a tratti, da frustate elettroniche metalliche ed inquietanti ragnatele sonore acide, irregolari e corrosive.
“Blankets” si infila in un tunnel sonoro fatto di visioni di archi acuti, in un accelerando concitato e in un crescendo che deraglia su una coda di note urlatissime.
“Standing in Norris” è un brano affidato al commento drammatico degli archi, fra un rimbalzo e l’altro della drum machine e lo sviluppo tonale finale, più disteso.
“Ariel Returns” incatena a loop il tema principale degli archi, che lascia poi spazio agli ampi respiri degli ottoni.
“Brain Twist” parte su un ripetersi di segnali acustici che scompaiono ben presto nel nulla.
“Making the Plan”, scarnificato sul piano armonico, si configura come una serie di fraseggi isolati degli archi, con uno scratch roteante sullo sfondo.
“The Hydro Pool”, un andante drammatico di violoncelli, si innalza in crescendo e scompare sulle note lunghe degli archi.
“Underwater” è un brano in fuga nel velocissimo ritmo di archi ed ottoni.
“The Crematorium” propone una serie di pennellate degli archi, prefazione ad una serie di ottoni imperativi.
“The Idol” e “ The Shower”  non escono dal puro commento descrittivo.
“The House Awakens” in un insieme di ottoni fortissimi, drum machine e segnali sonori.
“Dr.Vannacutt” tratteggia un crescendo epico, “Open House” convince grazie al tema riuscito, “The Beach” si immerge nella new-age, “Return to House on Haunted Hill” chiude con sonorità scioccanti, urla distorte e un beat impazzito.

 

 

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