The Other Boleyn Girl

cover_other_boleyn_girl.jpgPaul Cantelon
L’altra donna del re (The Other Boleyn Girl, 2008)
Varese Sarabande 302 066 884 2
27 brani – durata: 1h 02’34’’

 

La partitura scritta da Paul Cantelon per L’altra donna del re, dramma storico di Justin Chadwick, non presenta tratti di particolare originalità (il film del resto non li richiedeva) ma mette comunque in campo delle buone intuizioni musicali nella caratterizzazione degli snodi narrativi e dei personaggi. Ciò che emerge dall’ascolto è innanzitutto la cupezza dell’atmosfera, anche in brani i cui titoli farebbero presagire momenti festosi (“The Banquet”, “Going to Court”, “A Baby Girl for Anne”): l’ambiente di corte, i matrimoni, le nascite sono concepiti unicamente come strumenti di potere, mai come momenti di gioia personale.
L’opposizione tra le due sorelle Anne e Mary costituisce il cuore del film e Cantelon mette particolare cura nel distinguerle anche dal punto di vista musicale: i brani che riguardano Anne (“Anne’s Secret Marriage”, “Anne is Exiled”, “Anne Returns”) sono portatori di uno spirito maggiormente inquieto e ossessivo rispetto a quelli dedicati a Mary, come “Mary and Henry”, pezzo dolcemente romantico che si avvale di un tema grazioso ma senza troppa originalità, e “Mary is Pregnant”, anch’esso dalle sonorità dolci, quasi acquatiche, sonorità che progressivamente si induriscono nel corso del film, tanto che un brano come “Mary Leaves Court” non ha quasi più nulla di lieve e si avvicina anzi alle atmosfere ambigue e dolorose proprie delle tracce di Anne.
Lo score di Cantelon è quasi del tutto privo di grandi temi e risulta piuttosto concentrato, chiuso, intimo, coerentemente con la claustrofobia che caratterizza la storia tanto da un punto di vista fisico quanto psicologico: in un brano come “Anne Conspires” la melodia è ridotta al minimo, lasciando che siano suoni simili a rumori e stridii ad esprimere un forte senso di minaccia, sospetto e amarezza.
“Anne’s Coronation” rimanda prevedibilmente alla musica sacra attraverso l’uso dei cori ma ha il pregio di evitare qualunque magniloquenza: è un brano breve, poco glorioso, triste.
È raro che le note si distendano, a parte forse negli “Opening Titles” sui quali regna ancora, almeno nella prima parte, la serenità dell’infanzia dei piccoli Boleyn, e nel “Finale” dove i suoni si fanno più rilassati e aperti, meno amari anche se non del tutto gioiosi.
Il sentimento che meglio definisce la partitura di Cantelon resta comunque la tensione, e a tal proposito è interessante notare come in alcuni casi i brani non abbiano una chiusura morbida o sfumata ma siano troncati bruscamente (“Henry is Hurt”, “Anne Returns”, particolarmente impetuoso, o il prefinale di “The Execution”); in “Guilty” però, uno dei pezzi più drammatici, le note si spengono lentamente: per Anne non c’è più possibilità di azione o di ribellione dopo la sentenza di colpevolezza.
Il senso di rassegnazione prosegue in “The Execution”, brano dal finale altamente drammatico che sviluppa un tema di grande lirismo; lo score di Cantelon risulta quindi emotivamente potente, alterna, come si è visto, scelte più semplici e prevedibili ad intuizioni maggiormente interessanti ed efficaci ma  è comunque un lavoro con una buona coerenza interna e la resa della musica sulle immagini del film non delude.


 

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