The Dark Knight

cover_dark_knight.jpgHans Zimmer e James Newton Howard
Il Cavaliere Oscuro (The Dark Knight, 2008)
Warner Bros. Records 9326 - 49860 - 0
14 brani – durata: 1h 13’ 37’’

 

"Introduce a Little Anarchy". È il titolo di un brano, ed è una descrizione perfetta non solo del personaggio di Joker e del suo ruolo nel film, ma anche dello spirito che anima l’intera colonna sonora.
Hans Zimmer e James Newton Howard tornano nuovamente a lavorare in coppia sul Batman cupo e raffinato di Christopher Nolan e le differenze che The Dark Knight presenta rispetto al precedente Batman Begins sono evidenti fin dalla tracklist: se nello score del primo episodio, infatti, i titoli dei brani erano nomi latini di specie di pipistrello, qui descrivono l’azione, o caratterizzano musicalmente i personaggi secondari (“Harvey Two-Face” e il tema del Joker “Why So Serious?”): l’eroe perde la sua centralità. Batman Begins era un film intimo che narrava la rinascita fisica, mentale, morale di un traumatizzato Bruce Wayne attraverso la creazione della maschera dell’uomo pipistrello: in questo senso i vari "Vespertilio", "Eptesicus", "Myotis" erano il segno perfetto di questo processo interiore, quasi artistico, di costruzione di un’identità, di una mitologia personale che attinge all’epica e contemporaneamente ai propri intimi traumi, alla propria memoria, alle proprie paure (la paura era del resto il tema intorno a cui ruotava il primo film).
Con The Dark Knight tutto salta in pezzi, la disciplina, il valore salvifico che intelligenza, coraggio e creatività avevano avuto per Bruce, le poche certezze riconquistate a prezzo di difficili prove, ogni cosa. Non c’è più ordine né logica ma solo caos, anarchia, dubbio, senso di colpa. Ed ecco allora che acquista pieno significato un pezzo violento e caotico come “Why So Serious?” che è la messa in musica di Joker, non solo della sua personalità ma del suo stesso modo di esistere, di agire, di muoversi. Non c’è raffinatezza, non c’è logica nel brano, c’è rumore, un rumore esplosivo, pulsante, che si spegne e si riaccende continuamente, senza un vero e proprio sviluppo ma con un movimento quasi casuale. Nolan ha caratterizzato visivamente Joker con tratti animaleschi (non a caso in scena viene associato ai cani), soprattutto nel modo di camminare: l’animale è irrazionale, imprevedibile, sfugge alla comprensione umana, esattamente come Joker sfugge alla comprensione di Batman.
Spesso nei brani si introduce quello che già in Batman Begins era stato uno dei temi caratterizzanti del protagonista e in The Dark Knight sembra che quelle note arrivino tentando proprio di combattere il caos introdotto da Joker: “Why So Serious?” e “I’m not a Hero” sono del resto sviluppati come se fossero un unico brano diviso in due, tanto che il titolo del secondo sembra quasi una risposta alla domanda posta dal primo e l’intera partitura di Zimmer e Newton Howard potrebbe essere definita come una continua lotta senza vincitori tra Batman e Joker; questo concetto di duello musicale tra i due personaggi è particolarmente evidente in “Like a Dog Chasing Car” (un pezzo aggressivo, nel quale le sonorità che caratterizzano Batman sono tese allo spasimo), in “And I Thought My Jokes Were Bad” e soprattutto in “Introduce a Little Anarchy”, dove il tema di Joker torna con maggiore fluidità ed entusiasmo distruttivo mentre quello dell’uomo pipistrello si impone maggiormente nel finale. Uno degli elementi sonori qualificanti della caratterizzazione musicale del Joker è quel ticchettio che veicola un’idea di inarrestabilità e che si lega anche al battito simile ad una pulsazione cardiaca posto a metà del brano. Cuore che batte, lancette che segnano il tempo di detonazione di una bomba, il rumore prodotto dalla pala di un elicottero o il rombo causato dall’incedere rapidissimo di un treno sulle rotaie: sono tutte suggestioni uditive che nascono dall’ascolto del brano e che sono appunto legate al concetto di rovinosa inevitabilità fisica, meccanica e temporale.
Molto efficace e diverso dal resto dello score è il tema di Harvey Dent sviluppato da James Newton Howard, che ricorda le atmosfere struggenti di Unbreakable: più che la duplicità tra bene e male insita in Due Facce il brano esprime con grande efficacia il conflitto tra dolcezza e rabbia, tra malinconia e dramma disperato senza controllo, tra forza e resa incondizionata al dolore.
Interessante pure “Agent of Chaos” in cui più temi e stili sembrano fondersi, in cui i ronzii metallici e i colpi violenti del Joker incontrano non solo la cupezza addolorata di Batman ma anche suoni più dolci e lirici, associabili alle atmosfere di “Harvey Two Face”.
“A Dark Knight” chiude l’album e il film: una traccia lunga più di sedici minuti che segue uno sviluppo lento, tra azione e introspezione. La parte iniziale è trattenuta, c’è tensione e contemporaneamente anche uno strano senso di libertà: Batman sta acquisendo una nuova identità, più cupa e triste della prima, ma che segna comunque una sua riaffermazione personale, e non c’è più spazio ormai per le sonorità scoordinate del Joker. Ed infatti il tema di Batman, ripresentandosi nell’ultima parte del brano, è finalmente solo ma suona diverso, corrotto, sebbene non indebolito, semmai mutato, più amaro e metallico a testimoniare come i due compositori lavorino molto ad un livello simbolico e siano riusciti a dar vita ad una partitura legatissima alle immagini ma che non è mai solo un commento, ma piuttosto un binario parallelo che affianca la parte visiva e narrativa del film, la sostiene e le dà una più forte concretezza emotiva e immaginifica.


 

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